Nella carte dell'inchiesta si ipotizza l'esistenza di un sistema guidato dal dirigente regionale in pensione Pasquale Anastasi indagato per traffico di influenze illecite e legato al manager Vincenzo Calafati, accusato di essere espressione dei clan vibonesi
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Ci sono i bandi da correggere a richiesta e i dirigenti da far ruotare secondo un Tetris pensato a tavolino; ci sono gli (agognatissimi) posti di lavoro da gestire al meglio, e i contatti giusti da intrecciare perché tutto fili liscio. Quello che viene fuori dalla monumentale indagine Olimpo della distrettuale antimafia di Catanzaro è uno spaccato desolante del sistema turismo. Un sistema che, ipotizzano gli inquirenti nelle oltre 4mila pagine di richiesta di misura cautelare, farebbe perno su Pasquale Anastasi, ex dirigente regionale formalmente in pensione, ma con ancora più di un piede a Germaneto. Indagato con l’ipotesi di traffico di influenze illecite, l’ex dirigente sarebbe stato l’interfaccia di Vincenzo Calafati, imprenditore turistico del settore “incoming”, riferimento della Tui in Calabria e accusato di essere a sua volta espressione dei clan del vibonese.
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Sul piatto c’è il lancio del Tui Magic Life, il prestigioso resort di Pizzo. Sullo sfondo una serie di servizi finanziati con fondi pubblici – charter aerei, marketing, corsi di formazione – a cui la società “giusta” – il colosso tedesco del settore Tui Group – avrebbe potuto accedere proprio grazie alle manovre di Calafati e della sua presunta controparte Anastasi, ancora perfettamente in grado di estendere la propria influenza all’interno della Cittadella. Sia sul versante politico, con l’ostentata amicizia con il non indagato ex presidente della Regione Mario Oliverio, che su quello burocratico-amministrativo, grazie ai continui contatti con dirigenti e funzionari.
Vola in Calabria
A fare gola a Calafati e al suo gruppo di riferimento, ipotizzano gli inquirenti, ci sono gli investimenti regionali destinati alle agenzie che organizzano voli charter verso la Calabria. Tra queste, ovviamente, c’è anche la Tui Group che, con i giusti accorgimenti, avrebbe potuto moltiplicare i propri introiti garantiti dalla Regione. «Per quanto riguarda la legge charter – spiega l’imprenditore vibonese a Lucy Ling, rappresentante del gruppo tedesco inviata in Calabria come ulteriore referente – c’è una nuova procedura che loro hanno messo in piedi… invece di fare una sola richiesta charter, poi… ne facciamo due! Mi segui? Perché le tratte aeree comunque e le compagnie “Tui Uk”, “Tui Germania” o “Tui tutto quello che è” comunque… sono compagnie separate, non devono essere unite! Chiaro? Perché sennò loro fanno confusione…». Sembrano dettagli, ma in ballo ci sono cifre forti: «200 mila euro per il numero di compagnie – scrivono i magistrati di Catanzaro – in cui il tour operator avrebbe frazionato il proprio vettore». Per questo Calafati insiste con la rappresentante venuta dalla Germania: le offerte da presentare, anche se provenienti dalla stesso gruppo, devono essere separate per entrare nel bando e le cose devono essere fatte per bene.
«Dobbiamo innanzitutto dividere, io per questo ti ho chiamato – dice ancora Calafati – dividere la legge charter. Perché il bando lo stiamo seguendo, lo sto seguendo in diretta e… ne ho parlato anche con Tui Germania… il bando ci vuole un po’ di tempo ancora… e prima che noi partecipiamo al bando, anche li devo capire quanti milioni o quanti soldi ci sono sopra».
La dirigente sgradita: «La dobbiamo sostituire»
A preoccuparsi che la procedura scorra al meglio, sostengono gli inquirenti, ci avrebbe pensato la coppia Calafati-Anastasi. Preoccupati dalla dirigente che si sta occupando della pratica e che potrebbe complicare le cose, i due si sarebbero impegnati in un personale spoils system capace di avvicendare i funzionari regionali. «Dobbiamo metterla al posto di quest’altra – dice l’ex capo dipartimento del turismo in Regione a Calafati – per la charter, hai capito? Poi le spiego io… come fare piano piano per eliminarla».