Tredici casi accertati tra operatori sanitari e pazienti ricoverati tra le corsie della riabilitazione estensiva della Casa della salute di Mormanno. La denuncia sulla «scarsa attenzione dimostrata dalla dirigenza sanitaria a tutti i livelli» riguardo il focolaio di contagi da Covid 19 che interessa l'ospedale arriva dalla Funzione Pubblica comprensoriale della Cgil.

 

Attraverso la Rsu Fp Cgil, Sandra De Napoli, ed il segretario comprensoriale generale della funzione pubblica, Vincenzo Casciaro, si sottolineano i ritardi che hanno portato alla conoscenza dell'esito dei tamponi effettuati il 10 novembre ed arrivati «addiriturra 10 giorni dopo» ma anche la mancanza di «un minimo di attenzione» nei confronti degli operatori.

 

Con i primi test si sarebbero scoperti i primi quattro contagi su pazienti a tutt'oggi ricoverati nella struttura e poi anche sul personale. Una situazione per la quale la De Napoli confessa: «siamo arrabbiati» lamentando una scarsa attenzione dei livelli dirigenziali della sanità territoriale.

 

Protocolli di sicurezza necessari

«Sia per la dotazione di dpi al personale che per la tracciabilità attraverso i tamponi, i lavoratori - denuncia De Napoli - hanno dovuto piatire le richieste evidenziando un balletto di responsabilità francamente imbarazzante».

 

Per questo in una lettera inviata al commissaria straordinaria Asp di Cosenza, Cinzia Bettelini, al direttore del Distretto Esaro-Pollino, Francesco Di Leone, al sindaco di Mormanno, Giuseppe Regina, e per conoscenza alla dirigente sanitaria della Casa della salute di Mormanno, Marilena Morano, la funzione pubblica ricorda che i «protocolli di sicurezza prevedono chiare azioni di prevenzione assolutamente non derogabili, atte a non aggravare ulteriormente l'espansione del contagio, già grave anche nei nostri territori».

 

Ma allo stesso tempo sottolineano che «non è giustificato in alcun modo qualsivoglia atteggiamento ostile verso lavoratori che compiono il loro dovere con senso di abnegazione, ma che nel contempo chiedono di essere tutelati e di tutelare i pazienti a loro affidati». Quello che chiedono i rappresentanti sindacali è che si rispettino i protocolli di sicurezza a tutela di pazienti e operatori sanitari.

Ma il sindacato tiene anche a sottolineare che non permetterà che il Reparto di Riabilitazione Estensiva di Mormanno «diventi vittima sacrificale» del «momento critico» che si vive tra le corsie, come avvenne nel passato allorché «si pensò di sopprimere i posti letto di Riabilitazione intensiva».