Nella struttura di Catanzaro il giorno dopo la rilevazione dei primi contagi una ventina di operatori hanno inviato certificati medici assentandosi dal lavoro. Altri si sono dichiarati indisponibili a coprire i turni nel modulo Mimosa. E il presidente adotta delle contromisure
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Al deflagrare dell'epidemia è fuggi fuggi tra il personale medico e infermieristico. Era avvenuto alla residenza sanitaria assistenziale Sant'Anna di Botricello dove alcuni medici si erano certificati in malattia nei giorni successivi all'accertamento dei casi di positività al Covid, ed è avvenuto ancora una volta anche nella struttura sociosanitaria Fondazione Betania di Catanzaro.
Il deflagrare del focolaio
Era il 10 dicembre quando il Consiglio d'amministrazione della Fondazione aveva comunicato all'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro la presenza di un focolaio epidemico nella casa protetta per anziani. I test antigenici avevano confermato la positività di 24 ospiti e di 3 operatori. Ma già il giorno successivo era giunto in struttura un corposo numero di certificati medici attestanti malattia, circa una ventina di operatori avevano fatto mancare la loro presenza sul luogo di lavoro. Era stato il presidente don Maurizio Aloise a comunicare il 12 dicembre la circostanza in una nota inviata alle organizzazioni sindacali, in cui tra l'altro si chiariva «l'indisponibilità manifestata da altri operatori di altre strutture».
Il no a coprire i turni per gli anziani infetti
Era sabato e già il focolaio aveva iniziato ad aumentare di numero: non più solo 3 gli operatori infetti, accertati con i test antigenici, bensì 11 posti in isolamento domiciliare. A questi numeri si aggiungevano però le defezioni del personale non contagiato che aveva abbandonato la prima linea inviando certificati medici e coloro i quali si erano dichiarati non disponibili ad effettuare le turnazioni nel modulo "Mimosa", dove nel frattempo il Consiglio d'amministrazione aveva isolato gli ospiti positivi. Oggi hanno raggiunto il numero di 50 anziani infetti.
La denuncia in Procura
Certificati di malattia di massa che hanno contribuito a lasciare sguarnita l'assistenza in favore degli anziani. Nella stessa missiva inoltrata alle organizzazioni sindacali il presidente di fondazione Betania chiariva già però le contromisure adottate per limitare i danni: «Il Cda di questa fondazione, a seguito della situazione di emergenza dovuta alla positività al Covid 19 di alcuni nostri dipendenti nonché alle assenze dovute a malattia e all'indisponibilità manifestata da parte di altri operatori di altre strutture, ha deciso di sollecitare la disponibilità del personale di tutte le strutture anche mediante incentivazione finanziaria, ricorrere ad agenzie di lavoro interinale per la fornitura di personale, contestare ogni addebito per il mancato rispetto ingiustificato degli ordini di servizio e informare l'autorità giudiziaria competente». Ogni strada è stata percorsa, anche quella della denuncia in Procura per scoraggiare l'assenteismo di massa che ha colpito il personale al deflagrare dell'epidemia.