L’incubo che tutti temevano si realizzasse si sta concretizzando adesso. Mancano i richiami Pfizer e molte persone, che proprio in questi giorni aspettavano il richiamo, rischiano di restare scoperte. È il caso di un’anziana residente e Canna, nell’Alto Jonio cosentino, un comune di appena 676 anime. La signora si è sottoposta alla prima iniezione il 5 marzo scorso e da allora attende di sapere la data della seconda inoculazione. Ma il tempo è trascorso invano e nessuno, nel frattempo, l’ha contattata per confermare il richiamo.

Sua nipote Debora è in contatto con l’Asp ma dall’azienda non sanno che dire perché le dosi sono finite o dirottate non si sa bene dove. La vicenda è drammatica perché proprio oggi scadono i 28 giorni dalla data del primo vaccino dell'anziana e, come ha specificato l’Ema, per il Pfizer è necessario effettuare la seconda dose al massimo entro 4 settimane dalla prima. Da domani la copertura inizierà ad abbassarsi sensibilmente fino ad annullarsi e sarà impossibile ripetere tutto daccapo.

«Mi chiedo come si possa pianificare una campagna vaccinale di massa quando non si riescono neanche ad accantonare le dosi necessarie per il richiamo – ci racconta la nipote della signora di Canna -. Che senso ha procedere in questo modo? Oggi nessuno è stato in grado neanche di dirci quando le dosi arriveranno qui».

Un cammino a passo di gambero quello che si sta conducendo in Calabria, e che non solo rischia di non portare da nessuna parte ma anzi, di fare danni. Questo di oggi è solo l’ultimo capitolo di una “saga vaccinale” che sta diventando un dramma in piena regola.

I vaccini sono pochi, arrivano a sprazzi, e non prevedere un accantonamento è una follia che sta mettendo a repentaglio un già fragile sistema.