L’aereo che li sta riportando in Italia dal Sud America è sulla rotta giusta: dalla scaletta scenderà una giovane mamma calabrese con i suoi due bambini. Felicità stampata sui volti ed occhi lucidi anche fra chi li aspetta per un abbraccio molto prolungato. Una scena in apparenza normale durante le feste, in realtà un gesto liberatorio dopo lunghi anni di paure e sofferenze.

Lei è Manuela (nome di fantasia), catanzarese, e loro sono due fratellini nati dall’unione con un marito rivelatosi molto diverso dall’uomo amorevole con cui trascorrere una vita. Specie se ci si trova dall’altra parte del mondo, in Sud America, lontani dalla Calabria, dall’Italia, dagli affetti cari e con due tenere creature da allevare in un contesto familiare di altissime tensioni, spesso sfociate in aggressioni morali, verbali e fisiche (con tanto di processi).

Una storia coniugale ormai finita; poi quella giudiziaria assai complessa, cui diritto italiano ed internazionale si sono a volte sovrapposti, altre volte contrapposti. Lunghi anni di esilio, di isolamento, di battaglie a colpi di carte bollate. Ed il rischio costante che la situazione potesse degenerare da un momento all’altro. La tenacia delle due legali della donna, le avvocate Daniela Marcello e Silvia Ciampolini, ha però tenuto testa ad ogni delicata fase della vicenda che in alcuni passaggi è stata mortificante sia per i diritti della mamma sia dei suoi figli.

Ma la fede, l’amore per i suoi piccoli e l’affetto della sua famiglia hanno corroborato le forze fisiche e psicologiche di Manuela ormai votata esclusivamente al ruolo di madre-protezione senza possibilità lavorative.

Oggi, con un volo intercontinentale da una capitale sudamericana allo scalo calabrese Manuela ed i suoi ‘ometti’ atterrano per riprendersi una vita tranquilla, in mezzo a familiari che li rispettano e gli vogliono bene, con una scuola che attende i piccoli, un auspicabile lavoro per la madre e tanta sicura gioia di vivere tutti insieme. Quello che spetta loro di diritto; anche se il Diritto ci ha messo troppi anni ad assicurarglielo.

La vicenda

La triste vicenda di Manuela e dei suoi bambini inizia nel 2018 quando col marito, professionista non calabrese, si trasferisce in Sud America per il lavoro di lui. Qui la donna, completamente sola con i piccoli figli, continua ad essere vittima di violenze e maltrattamenti e vorrebbe rientrare in Italia ma lui non acconsente. Nel 2021, dopo un lockdown estenuante, la mamma catanzarese riesce ad avere dal marito il permesso a rientrare con i due figli, ma solo per pochi mesi. In Italia Manuela si affida a un centro antiviolenza ed affronta la causa di separazione, presenta denuncia penale per maltrattamenti e resiste all’istanza di rientro in Sud America del marito che però viene accolta dal Tribunale per i minori di Catanzaro. Il provvedimento di rientro in Sud America dei piccoli è, per legge, immediatamente esecutivo e per questo i servizi sociali e gli organi di polizia fanno partire i bambini a novembre 2021. Poi la svolta. La Cassazione accoglie tutti i motivi di ricorso presentati da Manuela ed a inizio novembre scorso il Tribunale dei minorenni di Catanzaro, in differente composizione, adeguandosi ai principi espressi dalla Suprema Corte, rigetta la precedente istanza di ritorno dei minori in America Latina riconoscendo la sussistenza di un grave pericolo e pregiudizio dei minori ed ordina ogni intervento funzionale ad assicurare il loro rientro in Italia.