«L’intervento ha avuto un esito positivo e la paziente sta bene, ha superato brillantemente la notte, è energica, attiva e reattiva». Con queste parole Giuseppe Giudice, direttore dell’unità Chirurgia plastica e ricostruttiva del Centro grandi ustionati del Policlinico di Bari, ha riferito sul quadro clinico di Maria Antonietta Rositani, l’infermiera 42enne di Reggio Calabria a cui il marito Ciro Russo, nelle settimane scorse, ha dato fuoco con della benzina. L’uomo si trova ristretto al carcere di Arghillá con l’accusa di tentato omicidio.


«È iniziata la fase ricostruttiva - ha proseguito il prof Giudice – e abbiamo utilizzato una tecnica innovativa che prevede l’impiego di cellule staminali». La donna ha oltre il 50 per cento del corpo ricoperto di ustioni e sono quelle al viso a preoccupare maggiormente i sanitari.


L’intervento è stato eseguito materialmente dal dottore Giulio Maggio il quale ha spiegato di aver usato «un sostituto epidermico per costruire il volto in modo che possa accelerare il processo di guarigione. Finalmente potrà rivedere i figli». Ed è questa una delle notizie più belle per la donna che da settimane è ricoverata a Bari senza aver potuto salutare neanche i suoi due figli.


Sulla fase riabilitativa e sulle tempistiche di recupero i medici hanno però riferito che «i tempi sono variabili e dipenderà molto dalla paziente e da quanto le cellule staminali attecchiranno. Si deciderà giorno dopo giorno ma il prossimo intervento non avverrà prima di qualche settimana», dicono i due esperti che si ritengono molto soddisfatti al momento dell’iter delle cure.