Un corteo di fiaccole, con in testa uno striscione nero con scritto "Onore ai Martiri delle Foibe" in fulgido bianco e tre Tricolori, da piazza San Giorgio al Corso fino all'area archeologica Griso - La Boccetta. Qui, nella disposizione in file e nel rito militare del “presente”, però limitato alla voce e alle tre chiamate e senza il saluto romano con il braccio disteso, come da esplicita raccomandazione, è culminata la celebrazione.

Con questa manifestazione dai chiari rimandi fascisti, il Comitato 10 Febbraio di Reggio Calabria, sulla scia del Giorno del Ricordo, ha inteso commemorare le vittime fasciste della persecuzione dei partigiani comunisti di Tito che, tra il 1943 e il 1945, avendo come bersaglio gli esponenti del regime, in realtà infoibarono o costrinsero all'esodo migliaia di persone di nazionalità italiana, anche non esponenti del regime. Il comitato 10 febbraio reggino ha, però, inteso orientare in maniera marcata il ricordo, come se le vittime potessero essere distinte, e quella piazza ricreata all'interno dell'area archeologica Griso - La Boccetta, volutamente evocativa d’altri tempi, che normale sembrava senza esserlo, lo ha inequivocabilmente dimostrato. Un ricordo, così manifestato, molto partecipato e condiviso. Un aspetto, questo, assolutamente degno di nota come l'altro inerente al racconto parziale della storia cui sottende.

È certamente doveroso e necessario recuperare la storia delle Foibe, a lungo negata e dimenticata, affinché abbia spazio nella memoria collettiva, purché la sua narrazione resti fedele ai fatti e alle testimonianze. Questi raccontano una storia diversa, più complessa, e riferiscono di una persecuzione che divenne trasversale, travolgendo cittadine e cittadini italiani residenti nella Dalmazia e nella Venezia Giulia, che assunse i connotati di un'atroce e spietata pulizia etnica.

Il "presente" e il ricordo

Scandito da colpi di tamburo, il corte si è snodato da piazza San Giorgio al Corso, lungo il corso Garibaldi lasciato per raggiungere via del Torrione e fermarsi all’area archeologica Griso – La Boccetta.

«Il "presente" è un rito, un atto magico – lo ha definito Antonino Marcianò, responsabile del comitato 10 febbraio di Reggio Calabria – con il quale noi chiamiamo alla nostra presenza tutte le persone morte nelle Foibe soffrendo atrocità inenarrabili, colpevoli solo di essere Italiane. Una storia che ancora nel 2022 non solo è necessario ricordare ma che è anche necessario difendere da chi si ostina a negarla, a sminuirla e giustificarla. Così, con questa fiaccolata, ci ritroviamo a fare noi quello che avrebbe dovuto fare l’Amministrazione comunale reggina che invece di dare voce agli esuli, costretti alla fuga dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia per restare vivi e italiani, offre sponda ai negazionisti. Abbiamo anche deposto un mazzo di fiori alla memoria di Norma Cossetto, la studentessa istriana uccisa dai partigiani slavi per non aver rinnegato la propria italianità. Lo abbiamo fatto insieme, senza simboli politici, sopra la targa che la ricorda, in un luogo ormai per noi significativo per questo percorso di memoria che è quest’area archeologica Griso-La Boccetta. L’iter per l’intitolazione ai Martiri delle Foibe, che come Comitato 10 febbraio abbiamo avviato con apposita istanza inoltrata dal Comune, individua proprio nella scalinata adiacente all’area archeologica il luogo da associare a questo imperituro tributo di memoria. È vergognoso che il comune di Reggio sia tra i pochi a non avere ancora un luogo commemorativo dei martiri di questa sanguinosa pagina di storia», ha concluso Antonino Marcianò, responsabile del comitato 10 febbraio di Reggio Calabria.

La scalinata da intitolare ai Martiri delle Foibe

«In quanto componente per l’opposizione della commissione Toponomastica del comune di Reggio, sto seguendo personalmente l’iter. La Commissione si è già espressa favorevolmente e speriamo che al più presto faccia lo stesso la Giunta, perché il ricordo degli Italiani e delle Italiane, vittime delle Foibe, deve essere corale. Dopo l'ok dell'esecutivo comunale si potrà procedere con gli altri passaggi burocratici in Prefettura», ha sottolineato Federico Milia, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Reggio.