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Avrebbe minacciato di togliersi la vita Carmine Venturino, il pentito 35enne che collaborò per ritrovare il cadavere di Lea Garofalo. Secondo quanto riportato sul Quotidiano della Calabria, l’avvocato del giovane, Claudia Conidi, avrebbe chiesto al procuratore distrettuale antimafia aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto, al suo sostituto Domenico Guarascio, che ha competenza sul Crotonese, al Servizio centrale di protezione che vengano prese misure adeguate.
Il padre di Venturino morì suicida nel giugno 2014 dopo aver visto una trasmissione televisiva sul caso di Lea nel corso della quale furono mandati in onda passaggi della testimonianza del figlio.