Il tribunale ha accolto le tesi difensive dell'avvocato Foti sulla mancanza di dolo evasivo da parte dell'imprenditore. Anche il pm aveva chiesto l'assoluzione
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Il Tribunale di Milano ha assolto L. M., imprenditore reggino, dal reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini della Guardia di Finanza avevano consentito di scoprire l'esistenza di una società "cartiera" - ovvero dedita alla emissione di fatture per operazioni inesistenti in favore di altre società compiacenti - e di ben 43 aziende clienti coinvolte in questa maxi frode erariale stimata in diversi milioni di euro dai finanzieri.
La conferma della fondatezza delle risultanze investigative era sin da subito pervenuta anche tramite l'interrogatorio proprio del legale rappresentante della società cartiera, il quale aveva immediatamente confessato il suo ruolo di mero prestanome ed aveva indicato i nomi degli amministratori di fatto che gestivano il sistema della falsa fatturazione.
Tra l'altro, stante la formale sede della cartiera a Bergamo e la localizzazione delle numerose imprese utilizzatrici in diverse zone d’Italia, plurimi Tribunali erano stati interessati dall'inchiesta: uno di questi processi, assegnato per competenza territoriale al Tribunale di Milano, si è di recente concluso, ma con un esito assolutorio favorevole all'imprenditore.
In particolare, L.M., reggino, legale rappresentante di una azienda di meccanica industriale, era stato rinviato a giudizio con l'accusa di avere utilizzato le false fatture emesse dalla società cartiera al fine di inserire costi fittizi in dichiarazione e, così, diminuire l'imponibile ed ottenere un illecito risparmio fiscale. Tuttavia, nonostante le evidenze investigative, l'imprenditore - difeso dall’avvocato Alfredo Foti del Foro di Roma - è stato assolto da tutte le accuse.