VIDEO | La crisi economica scatenata dal Covid-19 ha colpito duramente il settore. Troppe le perdite accumulate in pochi mesi. E adesso si chiedono risposte alla Regione
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Hanno appena riaperto i cancelli gli agriturismi calabresi ma la prima settimana è stata decisamente sotto tono, prenotazioni nulle, pochi contatti. E se per i potenziali clienti occorre tempo per riabituarsi ad un mondo messo per mesi da parte a causa del Coronavirus, anche gli stessi imprenditori rincorrono interrogativi e incertezze tra norme in evoluzione, costi e rischi che vanno inseriti in un contesto indefinito, perché quale sarà il turismo dell’estate 2020 è ancora difficile prevederlo e le perdite accumulate negli scorsi mesi sono state importanti visto che proprio la primavera è uno dei periodo caldi dell’attività.
Tanti coloro che per ora hanno deciso di non riaprire. Ne abbiamo parlato con Mariangela Costantino, che oltre a gestire l’azienda agrituristica di famiglia a Maida, nel Lametino, è anche presidente di Agriturist e creatrice del primo agrinido calabrese.
«I dubbi sulle norme sono tanti – ci spiega – e la preoccupazione più grande è quella sul turismo. Sicuramente verrà a mancare quello straniero, dovremo concentrarci su un turismo di prossimità e sui calabresi ed essere innovativi». Ecco perché ad esempio nella sua struttura sarà possibile consumare i pasti in un’area picnic e verranno effettuati i campi estivi. Piccole variazioni che permettono però sicurezza e distanza, incoraggiando così la ripresa di un approccio agli agriturismi.
Le richieste alla Regione Calabria
Si cerca di tamponare le perdite, di non perdere i contatti e la presenza sul territorio, ma non è semplice. Ecco perché le aziende agrituristiche con Confagricoltura e Agriturist si sono rivolti alla Regione Calabria per chiedere ossigeno tramite alcune misure quali la cancellazione della tassa di concessione governativa, annullamento di Imu e Tari per 2020 e 2021, un bonus da scontare sulla Tari per le famiglie che effettuano vacanze in Calabria, voucher per dare flessibilità al lavoro.
E poi, ancora, prestiti garantiti dallo stato a dieci anni e che si tenga in considerazione non solo il fatturato ma anche la Sau (superficie agricola utilizzata) aziendale.
Importante per gli imprenditori anche prolungare la cassa integrazione e il bonus Covid-19 per i dipendenti delle aziende che non riusciranno a ripartire in questa stagione, ridurre i contributi per i dipendenti agricoli per il 2020 e 2021 al fine di favorire la ripresa, considerando che l’applicazione delle norme igieniche-sanitarie applicate per il contrasto alla diffusione della pandemia Covid-19 aumenteranno in modo considerevole i costi di produzione che non possono essere totalmente pagati dal cliente in una fase di crisi economica. Ma le aziende chiedono anche interventi di comunicazione e promozione e il coinvolgimento nei tavoli di lavoro istituiti per garantire la ripresa turistica.