VIDEO | L'ex presidente del Consiglio regionale si trova attualmente agli arresti domiciliari con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio
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Oltre quattro ore di interrogatorio durante il quale l'ormai ex presidente del Consiglio regionale della Calabria ha respinto ogni accusa. Domenico Tallini è giunto alle 15 di questo pomeriggio al Tribunale di Catanzaro accompagnato dal suo legale di fiducia l'avvocato Vincenzo Ioppoli per sottoporsi all'interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip Giulio De Gregorio.
Concorso esterno in associazione e voto di scambio sono le accuse che pendono sul capo del politico catanzarese di lungo corso, rimasto coinvolto lo scorso giovedì nell'inchiesta istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sul business dei farmaci. Domenico Tallini ha varcato l'uscita del Tribunale quando erano da poco trascorse le 19, non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma è stato scortato dai carabinieri fino all'auto.
«Ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste dal giudice per le indagini preliminari, dal pubblico ministero e anche da me» ha chiarito il suo legale al termine dell'interrogatorio.
«Ha risposto puntualmente con riferimenti abbastanza precisi. Si è dichiarato estraneo alle accuse. Non ha mai avuto nella sua lunga militanza politica né nella sua storia personale rapporti con la criminalità organizzata altrimenti non avrebbe giammai raggiunto le cariche istituzionali che ha ricoperto. Lo ha escluso nel modo più assoluto, anzi ha addirittura chiarito che lui la criminalità organizzata la considera la causa principale dei problemi di questa martoriata terra di Calabria. Sono le sue parole quindi ne è sempre stato assolutamente lontano».
Secondo l'avvocato Vincenzo Ioppoli «l’indagato ha riferito di essersi interessato a tale iniziativa in quanto gli è stata illustrata da persone che riteneva affidabili e competenti ed, inoltre, perché riteneva il progetto interessante per la ricaduta che avrebbe potuto avere nel territorio calabrese sul piano occupazionale. Tallini ha spiegato, non senza momenti di commozione, come è nato il coinvolgimento del figlio Giuseppe il quale ha continuato a lavorare nella società Farmaeko anche quando ormai lui voleva che smettesse a causa degli scarsi risultati conseguiti che hanno richiesto cospicui apporti economici del figlio.
Quanto all’appoggio elettorale da parte di esponenti della criminalità organizzata, al di là delle millanterie, Tallini ha dimostrato, fornendo anche i nomi di tutte le persone che lo hanno sostenuto nel circondario crotonese durante le competizioni elettorali, di non aver mai né chiesto, né ricevuto alcun appoggio da associazioni criminali, potendo contare, invece, sui molti voti di tanti sostenitori che lo hanno sempre apprezzato e stimato durante la sua lunga attività politica».