Lasciano i domiciliari i due cugini finiti nelle maglie dell’antimafia. L'affare, in base alle indagini, riusciva a fruttare un milione di euro annui. I rifiuti provenivano da diverse zone d'Italia
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Disposto l’obbligo di dimora per i due accusati di traffico illecito di rifiuti finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione portata a termine dai carabinieri forestali sotto il coordinamento della procura antimafia. Tornano in libertà i cugini Agostino Madeo, di 50 anni, e Domenico Madeo, di 47 anni, titolari della fornace di laterizi “Cotto Madeo” di contrada Ierpietro situata tra le due aree urbane di Corigliano-Rossano.
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Secondo l’accusa sarebbero stati sversati rifiuti pericolosi da imprese di tutta Italia. Un giro d’affari che ruota attorno al milione di euro annui. L’azienda godeva di un’autorizzazione per il trattamento di fanghi industriali provenienti da attività di depurazione allo scopo di produrre ecoargilla. E invece finivano nel sottosuolo mescolati con altri fanghi. Nel terreno dell’azienda sarebbero stati rinvenuti ben 20mila tonnellate di fanghi di origine industriale, provenienti da aziende con sedi in Campania, Valle d’Aosta, Basilicata, Calabria, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia, scaricando 623 cassoni colmi di fanghi per un totale di 491 trasporti accertati. Una vera e propria discarica di rifiuti speciali.