Per Giuseppe Mario Fazio la Dda aveva chiesto l'ergastolo. Alla base del delitto vi sarebbe stata una guerra di mafia tra le cosche Giglio e Valente. Ancora aperto il processo per il presunto mandante che avrebbe ordito tutto per vendicare la morte del fratello
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Il gup di Catanzaro, Gabriella Pede, ha assolto dall’accusa di omicidio Giuseppe Mario Fazio, detto “Peppe a mafia”, 53 anni – difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Gianni Russano – considerato l’esecutore materiale dell’omicidio di Giuseppe Castiglione, assassinato a 34 anni a Strongoli, il 28 gennaio 2000 nel corso di un agguato di stampo mafioso che la Dda di Catanzaro considera un regolamento di conti tra le cosche Giglio e Valente attive nel Crotonese. Nei confronti di Fazio la Dda di Catanzaro aveva chiesto l’ergastolo.
A otto anni è stato invece condannato il collaboratore di giustizia Francesco Tornicchio, 44 anni, reo confesso del delitto e anche lui appartenete al gruppo degli assalitori che hanno freddato Castiglione.
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Ancora imputati nel rito ordinario del procedimento sono imputati Salvatore Giglio, considerato il mandante dell’omicidio, e Luigi Lidonnici, presunto appartenente del gruppo dei sicari.
Secondo l’accusa Giglio avrebbe decretato l’omicidio di Castiglione per vendicare la morte del fratello Otello, nata all’interno di una faida per il controllo delle estorsioni a Strongoli.
A disvelare particolari sull’omicidio di Giuseppe Castiglione sono stati tre collaboratori di giustizia: Francesco Tornicchio, Nicola Aracri e Giuseppe Vrenna.
Castiglione sarebbe stato ucciso all’indomani della sua scarcerazione per mettere in atto la vendetta della cosca Giglio.