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LaPresse29-01-2012 Milano, ItaliacronacaMilano, controlli della Guardia di FinanzaNella foto: la Guardia di Finanza effettua controlli nelle vie dello shopping
I finanzieri della Tenenza di Tropea, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, hanno sottoposto a sequestro i beni di alcune imprese e società vibonesi, nonché dei rispettivi amministratori, operanti nel settore delle costruzioni edili e del turismo, indagati per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti emesse da altri soggetti economici, costituite principalmente per assolvere il ruolo di “cartiera”.
Le indagini dei militari Gdf
In particolare, nel corso di una verifica fiscale nei confronti di una società di gestione di un noto residence turistico del litorale vibonese, le Fiamme Gialle hanno scoperto che la stessa, al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, nelle dichiarazioni annuali, si era avvalsa di fatture per operazioni inesistenti, emesse da una società collegata, utilizzate per documentare costi in realtà mai sostenuti, al fine di abbattere l’imponibile da sottoporre a tassazione e di consentire un’indebita detrazione di IVA.
Frode fiscale
Più nello specifico, l’attività ispettiva condotta dalle Fiamme Gialle ha fatto emergere il coinvolgimento di altri tre soggetti economici in una radicata e fidata correlazione tra di loro, fondata su legami familiari e intrecci societari, nell’ideazione e realizzazione di una frode fiscale volta all’alterazione dei risultati economici di esercizio e dei connessi obblighi tributari, che ha portato ad un’evasione di imposta quantificata in un milione e duecentomila euro.
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Nei confronti degli amministratori delle società e delle imprese individuali coinvolte è scattata, a vario titolo, la denuncia per i reati tributari di emissione ed utilizzazione di fatture false, in esito alla quale, su richiesta della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, il GIP del Tribunale ha disposto il sequestro di beni immobili e valori mobiliari intestati ai soggetti giuridici e agli indagati, per un importo equivalente all’imposta evasa, finalizzato a garantire, in caso di condanna, la confisca dei beni stessi per un valore pari al profitto conseguito con l’evasione fiscale perpetrata.