L’operazione condotta Guardia di finanza di Vibo ha colpito due società operanti nel settore della grande ristorazione a Pizzo riconducibili a sette persone dello stesso nucleo familiare
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I finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo e per equivalente, per un importo di oltre 2,3 milioni di euro, emesso dal locale Tribunale, avente per oggetto due società, la Futura Srl e la I. F. Immobiliare Srl, comprensive dei rispettivi complessi aziendali, riconducibili a sette soggetti, appartenenti al medesimo nucleo familiare, la famiglia Isolabella, operanti nel settore della grande ristorazione nella cittadina di Pizzo Calabro. L’operazione rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine in materia economico-finanziaria svolta nel settore fallimentare, eseguita dalle Fiamme gialle sotto la costante direzione del sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea. La meticolosa inchiesta, condotta dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, ha permesso di disvelare un fraudolento sistema che ha condotto un’impresa, la Ispro Srl, al fallimento, distraendone rami aziendali produttivi, attraverso la scissione e la cessione degli stessi ad altre società appositamente create, generando una “scatola vuota”,depredata e gravata da soli debiti.
I diversi amministratori di fatto e di diritto, nominati nel tempo, tutti indagati, hanno condotto al fallimento la prima impresa attraverso il sistema della spoliazione dell’attività patrimoniale, mediante la creazione di due aziende gemelle della fallita, la Futura Srl e la I. F. Immobiliare Srl appunto, operanti nel medesimo settore economico, nelle quali venivano fatti confluire beni e poste attive, con l’unico intento di non soddisfare le pretese creditorie accumulate, tra cui in modo principale l’erario. Per tale motivo, in esecuzione del provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro, finalizzato alla successiva confisca, un bar, 4 immobili, disponibilità finanziarie ed un veicolo, al fine di garantire il ceto creditorio e la corretta pretesa erariale, poiché l’impresa aveva parimenti sottratto al fisco oltre 1 milione di euro di imposte non versate.