«Non venivano individuati i collegamenti esistenti tra il ricorrente e l'ambiente jihadista, che avrebbe dovuto consentirne l'inserimento nelle fila dell'Isis». A scriverlo, secondo quanto riporta la Gazzetta del Sud, è la Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna per Hamil Mehdi, 25enne marocchino residente a Luzzi, in provincia di Cosenza, accusato di auto-addestramento con finalità di terrorismo.

Mehdi venne arrestato nel gennaio del 2016 a accusato di essere un aspirante "foreign fighter" intenzionato a raggiungere la Siria per andare a combattere con l'Isis. Intento fallito perché il giovane marocchino venne respinto alla frontiera turca per motivi di sicurezza e rispedito in Italia.

Giunto all'aeroporto di Fiumicino, il giovane marocchino venne fermato dai poliziotti che gli trovarono addosso uno zaino con dentro un paio di pantaloni militari, una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sul «buon musulmano», dei soldi e due cellulari. Per la Digos di Cosenza e il Servizio centrale antiterrorismo, Mehdi aveva una propensione a «sposare la causa dell'Isis», tanto da essere disposto a dare la sua vita «per la jihad».

Nel processo di primo grado, Mehdi venne condannato a 4 anni e 6 mesi, sentenza confermata dalla Corte d'Appello di Catanzaro. Ma a dicembre dello scorso anno la Cassazione accolse il ricorso del suo avvocato difensore, Francesco Iacopino, annullando con rinvio la condanna per la mancanza di «collegamenti esistenti tra il ricorrente e l'ambiente jihadista». Per il giovane marocchino, dunque, si celebrerà un nuovo processo.