VIDEO | Sono 36 le persone indagate nell'ambito dell'operazione odierna che ha portato alla luce l'esistenza di un nuovo assetto criminale nel paese reggino. Diciotto misure cautelari in carcere, 4 ai domiciliari. Sequestrate sei società (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sono 22 complessivamente le persone coinvolte nell'operazione denominata Linea scattata questa mattina a Reggio Calabria e nelle provincie di Verona e La Spezia. Tra i reati contestati associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni in concorso, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, detenzione e porto di armi da fuoco, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, tutte fattispecie aggravate dall’agevolazione mafiosa. Coinvolti anche un consigliere e un dipendente comunale.
I nomi
In carcere:
Artieri Giuseppe
Busceti Rocco
Cosentino Antonino
De Giovanni Rosario
De Loernzo Giovanni
De Lorenzo Rocco (classe 82)
Fulco Giuseppe
Gaietti Rocco
Nasone Antonino
Nasone Domenico (classe 70)
Nasone Domenico (classe 83)
Nasone Domenico (classe 69)
Nasone Rocco
Paladino Giovanni
Praticò Fabio
Praticò Fortunato
Scarfone Alberto
Vizzarri Rocco
Ai domiciliari:
Paladino Girolamo
Nasone Giuseppe
Cardillo Giovanni
Salvaguardia Salvatore
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto l'interdizione per un anno dai pubblici uffici del dirigente dell'Ufficio tecnico del Comune di Scilla, Bruno Doldo, indagato per turbativa d'asta nell'inchiesta "Nuova linea". Doldo, che é un architetto, lavora anche per la Città metropolitana di Reggio Calabria. Il dirigente del Comune di Scilla è indagato in concorso con tre imprenditori e con il presunto boss della 'ndrangheta Giuseppe Fulco, che, secondo l'accusa, avrebbe favorito in relazione a un bando di gara per la gestione di un lido. Il Gip distrettuale, Sabato Abagnale, si pronuncerà sulla richiesta di interdizione a carico di Doldo dopo l'interrogatorio cui sarà sottoposto il dirigente.
Indagati a piede libero:
Alvaro Antonio
Alvaro Natascia
Alvaro Pasquale
Carina Angelo
Carina Francesca Fortunata
Fiore Giovanni
Fontana Giuseppe Maria
Gaietti Cosimo
Gaietti Vincenzo
Misitano Giovanni
Ottinà Giuseppa
Paladino Giuseppe
Paladino Rocco
I sequestri:
- Impresa individuale De Lorenzo Giovanni, con insegna "Pescheria Nemo".
- Quote sociali della "Futurvendig s.r.l.".
- Impresa individuale "Panificio Buda Giovanna" di Giuseppa Ottinà.
- Impresa individuale "Carina Francesca Fortunata" e beni aziendali dello stabilimento "Chiosco D'Angelo".
- Impresa individuale "Coffee Island" di Cardillo Giovanni e beni aziendali dello stabilimento balneare con insegne Lido Nettuno e Golosone Beach.
- Impresa individuale "Oli" di Alvaro Natascia.
Un nuovo assetto criminale a Scilla
Il provvedimento costituisce l’esito di una complessa ed articolata attività investigativa, avviata dal 2021 dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, e ha permesso di ricostruire l'operatività della ‘ndrangheta sui territori di Scilla, Villa San Giovanni e Bagnara Calabra.
In particolare, per quanto concerne il territorio di Scilla, l’indagine ha fotografato l’attuale operatività della cosca “Nasone-Gaietti”, la cui esistenza costituisce un dato ormai assodato, in esito a plurimi procedimenti penali che, nel corso degli anni, sono stati istruiti nel distretto reggino, convenzionalmente noti come “Cyrano” “Alba di Scilla” e da ultimo “Lampetra”.
Nell’ambito dell'odierna operazione è emersa la figura centrale di un indagato, il quale, rimesso in libertà nel novembre 2018 e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, avrebbe assunto il ruolo direttivo nel sodalizio di ‘ndrangheta Nasone-Gaietti, attivo sul territorio di Scilla, ricevendo la consacrazione financo della cosca Alvaro di Sinopoli, dando così vita ad una “nuova linea” di ‘ndrangheta ovvero a un nuovo assetto criminale nel territorio scillese.
In tale contesto, a partire dagli inizi del 2021 si sono registrate una serie di contrasti tra i soggetti legati alla “nuova linea” di ‘ndrangheta ed altri sodali - indicati come “quelli della piazza” - facenti capo a esponenti storici della cosca Nasone, che si sarebbe concretizzata per lo più nella gestione operativa delle attività estorsive ai danni di imprenditori coinvolti nell’esecuzione di lavori pubblici, nonché nei confronti di esercizi commerciali, mediante l’imposizione della fornitura di prodotti commercializzati da imprese occultamente governate da alcuni appartenenti al medesimo sodalizio.
In particolare, sarebbe stato registrato come due degli indagati, avvalendosi della forza intimidatoria della storica fama criminale della ‘ndrina Nasone Gaietti, prospettando gravi ritorsioni, nonché con minacce esplicite hanno costretto molti ristoratori di Scilla ad acquistare le forniture di pesce da una delle imprese sequestrate, procurandosi un ingiusto profitto, con correlato danno per le vittime.
Il sodalizio scillese avrebbe avuto anche una notevole disponibilità di armi e avrebbe operato in costante contatto con le altre articolazioni di ‘ndrangheta, di Villa San Giovanni e di Bagnara Calabra, le cui connessioni criminali si sono registrate con particolare riferimento alle attività estorsive, permettendo di acclararne la radicata e attuale operatività.
Facili concessioni demaniali
Le indagini avrebbero poi evidenziato l'ingerenza della ‘ndrangheta nella vita politica del Comune di Scilla.
Eponenti del locale di ‘ndrangheta di Scilla avrebbero messo in atto una manovra di trasferimento fraudolento di valori, finalizzata a schermare i capitali aziendali da ulteriori provvedimenti di prevenzione patrimoniale, agevolata dai contatti con l’Amministrazione comunale, che avrebbe facilitato le concessioni demaniali relative alla gestione dei lidi balneari nei confronti di prestanome.
Bagnara
L’attività investigativa avrebbe consentito altresì di ricostruire l’esistenza dell’articolazione criminale anche sul territorio di Bagnara Calabra che, oltre ad essersi resa protagonista di alcune condotte estorsive, avrebbe reso palese ai consociati il controllo totale del territorio, organizzando azioni delittuose e accordando protezioni ai commercianti di Bagnara Calabra.
Sequestri e perquisizioni
L'indagine ha portato al sequestro preventivo di sei società attive nel settore turistico – balneare, nel commercio di prodotti ittici, bevande ed altri prodotti alimentari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro; perquisizione domiciliare e delle sedi lavorative – tra gli altri – a un indagato per scambio elettorale politico – mafioso.