Il «vero sindaco», presumibilmente Enzo Sculco. E sai che novità… Se potessero, a Crotone, anche le pietre sarebbero testimoni dell’ovvio. E l’ovvio politico, in questa fetta di territorio attraversata dai freddi e umidi venti di levante, è rappresentato dall’incontrastata forza elettorale degli Sculco. Padre e figlia - che di nome fa Flora e che siede a Palazzo Campanella dal 2014.

Nell’inchiesta che ha portato alla sospensione della carica di sindaco di Ugo Pugliese (decaduto anche dal ruolo di presidente della Provincia), il nome dell’ex consigliere regionale, oggi principale sponsor della ricandidatura di Mario Oliverio alla carica di governatore della Calabria, appare e scompare come fiume carsico. Ma tende a restare nell’ombra sebbene il gip, nella sua ordinanza, letteralmente scriva: «Le ultime conversazioni in commento attestano l’evocazione di Enzo Sculco (…) che rappresenta l’universalmente riconosciuto referente politico degli amministratori pubblici coinvolti nell’inchiesta». Per inciso, gli inquirenti annotano anche che Sculco è «soggetto non indagato nell’ambito del presente procedimento», una precisazione certamente doverosa perché il confine che separa ciò che è illecito sul piano amministrativo da ciò che è più semplicemente sconsigliabile sotto il profilo delle scelte (e strategie) politiche è assai sottile.

 

A parlare di “Enzo” sono Daniele Paonessa (amministratore della piscina comunale per conto del Consorzio sportivo Daippo) e la figlia. Intercettati per telefono, interloquiscono supponendo un intervento risolutivo da parte di «colui che tutto muove» affinché, dal Comune, le cose vengano messe sul binario giusto per favorire l’assegnazione dell’impianto e porre un argine ai conflitti sorti nella predisposizione degli atti propedeutici. Ma a rafforzare la convinzione degli inquirenti che alle spalle del sindaco Pugliese e degli altri amministratori possa esserci l’ex consigliere regionale è un altro particolare: quando un alto dirigente della federazione nuoto chiede a Paonessa chi, sul territorio, detenga realmente il potere decisionale, l’amministratore della piscina indica senza alcun dubbio la figura di Enzo Sculco, con il quale il dirigente sportivo dice di voler andare a parlare… Non con il sindaco Pugliese, cioè; né con l’assessore di riferimento. Ma con chi, formalmente, non ha alcun incarico all’interno dell’amministrazione.

 

Intercettazioni e “dettagli” che non hanno alcuna conseguenza sul piano giudiziario per Sculco. Ma che confermano l’antico malvezzo della politica vecchio stampo di accostarsi alla gestione della cosa pubblica attraverso seconde linee per poterne controllare indirettamente, dall’esterno, l’operato.

Gli effetti dell’indagine condotta dalla Digos di Crotone con il coordinamento della Procura, del resto, rischiano di generare pesanti contraccolpi soprattutto di natura politica in ambito regionale: da tempo, tra gli Sculco (padre e figlia) e Mario Oliverio esiste una legame molto forte concretizzatosi nella volontà dell’ex consigliere regionale (e quindi di tutto il suo entourage) di sostenere la ricandidatura del governatore uscente. Il peso elettorale dell’ex plenipotenziario del Pd sul territorio è indiscutibile ma altrettanto, indiscutibilmente grave, è l’imprevisto dell’ultima ora: l’inchiesta contro il sindaco da lui stesso sponsorizzato potrebbe costringere Sculco a spostare il baricentro della sua attenzione politica non più verso Germaneto dove ha sede la Cittadella regionale, né verso Cosenza dal cui ampio bacino elettorale Oliverio si nutre, ma nella sua Crotone in cui è scoppiato un incendio che rischia di lasciare solo cenere.

Perdere un alleato dalla forza elettorale di Sculco – perché impegnato a domare le fiamme in casa pitagorica con acqua a fiumi – per il governatore uscente significherebbe indebolire in partenza la propria ricandidatura. Una ricandidatura già osteggiata dal Pd fedele alla linea di Zingaretti e nata, a quanto pare, sotto una cattiva stella…

 

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