Giuseppe Schipani candidato per la lista 'Lavoriamo assieme per Montauro' aveva impugnato i verbali di proclamazione degli eletti denunciando una serie di presunte irregolarità
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Il Tribunale amministrativo ha rigettato il ricorso proposto da Giuseppe Schipani, candidato a sindaco nelle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Montauro, che hanno avuto luogo lo scorso giugno. Schipani assieme a Saverio Carito, Antonio Destito, Domenico Galati, Roberto Sestito, Angela Stratoti, tutti candidati a consiglieri comunali e ad Antonio Schiavone e Antonio Stratoti hanno, infatti, impugnato il verbale di proclamazione degli eletti denunciando una serie di illegittimità che si sarebbero verificate nella fase di scrutinio.
All’esito dello scrutinio svoltosi nelle due sezioni in cui è suddiviso il Comune di Montauro è risultato eletto - su un totale di 1.172 voti validi e con uno scarto di appena 4 preferenze - Roberto Franco, alla cui lista sono stati attribuiti 588 voti contro i 584 della lista di Giuseppe Schipani. Proprio questa manciata di voti unita alla circostanza secondo cui sarebbe stato “precluso il voto a sei elettori degenti in una casa di cura” impedendo così la formazione del cosiddetto seggio volante è alla base del ricorso, patrocinato dall’avvocato Giuseppe Pitaro.
“I ricorrenti sostengono – si legge nella sentenza emessa dalla seconda sezione - che già sulla scorta degli esiti della verifica, le due schede annullate nella sezione n. 1 sarebbero idonee a far salire da 584 a 586 i voti della lista “Lavoriamo Insieme” e, inoltre, le due schede ingiustamente attribuite alla lista “Progetto Montauro” nella sezione n. 2 andrebbero sottratte e attribuite alla lista “Lavoriamo Insieme”, riducendosi da 588 a 586 i voti della lista “Progetto Montauro” e aumentando da 586 a 588 i voti della lista “Lavoriamo Insieme”, con conseguente e necessaria correzione del risultato elettorale”.
Tuttavia, da un esame delle produzioni documentali e fotografiche relative alla sezione 1 scrivono i giudici amministrativi “non si individua alcuna scheda contenente un segno all’interno della lista “Lavoriamo Insieme” ma, rispettivamente, due schede con indicazioni nominative non decifrabili collocate all’interno del riquadro. In riferimento, poi, alle due schede individuate nella sezione n. 2 - contenenti il segno grafico nella lista “Progetto Montauro” e l’apposizione dei nominativi di due candidati a consigliere della lista contrapposta- trova applicazione la norma secondo cui è nulla la preferenza ma salvo il voto di lista”.
Il candidato a sindaco ha, tuttavia, già dato mandato di proporre ricorso al Consiiglio di Stato per ottenere la riforma della sentenza di primo grado.
Luana Costa