Era già capitato in altre circostanze e in altre regioni italiane, come in Puglia, quando Vittorio Feltri, anche in quella circostanza davanti le telecamere di Rete 4, attaccò duramente il presidente della Regione Michele Emiliano sostenendo che i suoi cittadini stavano a casa a battere la fiacca invece di lavorare.

Indignazione e critiche

Adesso il direttore editoriale di Libero è tornato alla carica contro i meridionali, suscitando un’ondata di sdegno, la reazione dell’Ordine dei giornalisti in procinto di avviare una procedura disciplinare, e quella di un paio di edicolanti del cosentino, dove il suo quotidiano è stato messo al bando.

Duplice rifiuto

Ad annunciare il rifiuto di diffondere questo giornale sono i titolari della cartolibreria da Giannino di Via Roma a Cosenza, il cui gestore è anche un consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi, Sergio Del Giudice, e di una libreria affiliata al circuito Mondadori di Montalto Uffugo, guidata da Tiziana Marchese.

Soppressata e 'nduja

Secco il rifiuto di Del Giudice nel continuare a diffondere il quotidiano nordista: «Mi sembra la risposta più adeguata alle continue provocazioni di Feltri. Inutile polemizzare e scendere al suo livello. Chiudiamo i ponti con questa pubblicazione insulsa e andiamo avanti» dice, aggiungendo poi con una vena di ironia: «Lo inviterei comunque a casa mia a bere un buon bicchiere di vino, visto che lui ne fa uso abbondante, da assaporare con dell’ottima nduja e soppressata e soppressata calabra».

Espressioni scandalose

Più articolate le ragioni espresse da Tiziana Marchese, affidate ad un post sui social: «Sentire parlare Vittorio Feltri in certi termini è scandaloso. Con tutto il rispetto per la libertà di stampa e di opinione, mi pare che qui si tratti di un atteggiamento razzista proclamato da un personaggio pubblico molto influente».

Milano arricchita dai meridionali

«La mia – spiega – è una piccola libreria affiliata al Gruppo Mondadori con sede a Milano, città aperta, accogliente e laboriosa ma arricchita da tanti meridionali che hanno sempre collaborato a questa crescita. Tanti meridionali occupano un posto di prestigio in Lombardia e ne contribuiscono alla crescita».

Stop alle vendite

«Ho informato i miei clienti, persone del sud e non solo, che non venderò più Libero perché non è giusto arricchire gente che non ci porta rispetto».