Non tornerà immediatamente in Italia per scontare la pena. La difesa infatti ha già annunciato ricorso in Cassazione. L'avvocato: «Se va in Italia, è morto»
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La Corte d’appello di Lione ha dato parere favorevole all’estradizione di Edgardo Greco, l’ex affiliato del clan Perna-Pranno di Cosenza arrestato in Francia, lo scorso 2 febbraio, dopo quasi diciassette anni di latitanza. In Italia deve scontare una condanna all’ergastolo perché riconosciuto colpevole di partecipazione al duplice omicidio di Stefano e Giuseppe Bartolomeo, commesso nel 1991 a coronamento della Seconda guerra di mafia combattuta in città in quel periodo e conclusasi proprio con l’eliminazione dei due fratelli “ribelli”.
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Il rimpatrio di Greco, che Oltralpe si faceva chiamare Bruno Dimitrio e lavorava come cuoco a Saint-Etienne, era stato bloccato a causa di un errore di procedura che riguarda il mandato d’arresto europeo. Nel suo caso, infatti, si sarebbe dovuta attivare quella dell’estradizione semplice. Così è stato fatto e stavolta la Corte d’appello ha dato il via libera. Greco, però, non tornerà immediatamente in Italia per scontare la pena. La difesa, infatti, annuncia ricorso in Cassazione, circostanza che sospende di fatto l’esecuzione del rimpatrio. Nel frattempo ha anche cambiato avvocato. A rappresentarlo ora c’è David Metaxas, che i giornali francesi definiscono «avvocato mediatico». Non a caso, la primissima dichiarazione da rilasciata alla stampa è di quelle destinate a stupire: «Se va in Italia, è morto!», ha detto riferendosi al suo nuovo cliente.