Il Sud Italia ancora maglia nera per quanto riguarda gli ecoreati. In testa alla classifica regionale degli illeciti si piazza la Campania, il Lazio è la prima del centro Italia, la Liguria è la prima del nord. È stato presentato oggi a Roma il Rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente.

 

Il giro d’affari eco-criminale nel 2015 è stato di 19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all'anno precedente. Come si legge nel report, il calo è dovuto principalmente alla netta contrazione degli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria, Puglia), che hanno visto nell'ultimo anno prosciugare la spesa per opere pubbliche e per la gestione dei rifiuti urbani sotto la soglia dei 7 miliardi (erano 13 l'anno precedente).


76 reati al giorni, 3 ogni ora - La corruzione rimane un fenomeno dilagante, l'altra faccia delle ecomafie. La Regione con il più alto numero di indagini è la Lombardia. Secondo i calcoli di Legambiente nel 2015 ci sono stati 'più di 76 reati al giorno, più di 3 ogni ora.


Nei primi otto mesi dall'entrata in vigore della legge sugli eco-reati sono stati contestati 947 reati, con 1.185 denunce dalle forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto e il sequestro di 229 beni per un valore di 24 milioni di euro. Sono 118 i casi di inquinamento e 30 le contestazioni del nuovo delitto di disastro ambientale'.

 

Abusivismo edilizio dilagante - Nonostante la crisi nel settore edilizio non arretra la pressione dell'abusivismo: solo nel 2015 sarebbero stati costruiti altri 18.000 immobili completamente fuori legge. Impressionanti anche i dati complessivi sul ciclo del cemento: sempre nel 2015 sono stati accertati quasi 5 mila reati, 13 al giorno, e sono stati effettuati 1.275 sequestri.  La Campania ancora al primo posto, con il 18% delle infrazioni su scala nazionale, davanti a Calabria, Lazio e Sicilia. A livello provinciale in testa Napoli (301 reati), poi Avellino (260), Salerno (229) e Cosenza (199).


Gli illeciti legati all'agroalimentare – Sono oltre 20 mila reati accertati e 4.214 sequestri, per un valore complessivo che ammonta a più di 586 milioni di euro. In espansione il fenomeno del caporalato. Le Ecomafie attive anche nel racket degli animali con 8.358 reati nel 2015. A rischio anche i beni culturali: lo scorso anno ne sono stati recuperati o sequestrati dalle forze dell'ordine per un valore che supera i 3,3 miliardi.