VIDEO | Il nuovo dirigente subentra a Giovanna Petrocca. Dal 2020 aveva guidato la Questura di Latina. Alle soglie della pensione, resterà in carica soltanto per un anno
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Sarà un percorso breve, della durata di appena un anno, ma, assicura il nuovo questore di Cosenza Michele Maria Spina, intenso e carico di impegno per far progredire la legalità e la giustizia in un territorio vasto, con 150 comuni, non immune dalle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Fortemente motivato
Il dirigente, 62 anni di origine napoletana, è alle soglie della pensione. E però arriva nella sede in riva al Crati fortemente motivato, in linea con lo spirito che ne ha contraddistinto l'azione nella sua più recente esperienza, quella al vertice della Questura di Latina, dove ha combattuto contro gli esponenti degli storici clan mafiosi di etnia rom che per anni avevano soggiogato il territorio, ed in quelle precedenti di commissario di polizia a Secondigliano e Scampia, dove si è quotidianamente confrontato con le consorterie illecite impegnate soprattutto nello spaccio di stupefacenti.
Un anno non è poco
«Un anno non è poco – ha sottolineato nella conferenza stampa di insediamento – È sufficiente a seminare anche magari consentendo poi ad altri di raccogliere i frutti di questo lavoro. Per cui non sono sgomento ma sarò molto presente, pronto a rimanere sul territorio nel fine settmana, per integrarmi al più presto e conoscere a fondo questa ampia provincia. Mi conforta la recente attività di contrasto coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha consentito di togliere un po' di pregiudicati dalla circolazione. In fondo il nostro è un lavoro di riconquista degli spazi, fisici e ideali. Dobbiamo liberarli per affidarli alla società civile, anche applicando una pressione psicologica e muscolare nei confronti di chi delinque».
Attenzione ai giovani
Nel corso del suo mandato, il Questore Spina cercherà poi di costruire un proficuo dialogo con i giovani: «Il rapporto con le scuole lo ritengo fondamentale per diffondere la cultura della legalità. Io ho tre figli – ha affermato - per cui mi immedesimo nelle problematiche di ragazzi ancora adolescenti spesso attratti dal male. Mi dispiace molto che alcuni siano affascinati da figure televisive che poi magari tentano di scimmiottare. Noi dobbiamo dare esempi positivi ed incontrare i ragazzi per dire loro che delinquere non paga: anche chi si arricchisce è sempre braccato come un topo. O dalle forze di polizia che vogliono arrestarlo, o da gang rivali oppure addirittura dai suoi stessi gregari, che vogliono ammazzarlo. Dobbiamo quindi dimostrare che vivere così non è conveniente e che una persona perbene e onesta può invece vivere a testa alta».