«Stai a sentire a tuo fratello, io sono venuto qua per te. Che a me che c…o me ne fotteva, neanche sono candidato». Franco La Rupa non usa mezzi termini con il suo interlocutore: deve convincere la fidanzata e la famiglia della fidanzata a votare, alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Amantea, per Marcello Socievole, candidato per la Lista Azzurra. Parole inequivocabili, contenute in una registrazione audio consegnata ai carabinieri, da cui è partita l’indagine che ha portato agli arresti di Socievole e La Rupa per voto di scambio e tentata estorsione in concorso.

 

«Un peccato compromettere il rinnovo del contratto della tua futura moglie»

 «Siccome sono referente per la Lista Azzurra – insiste La Rupa – lo sai che non mi nascondo». E ancora «Diglielo alla tua ragazza che è venuto Franco La Rupa in persona, si è preso l’impegno lui per fare il rinnovo e compagnia bella… E’ peccato che tu per votare l’amico … voglio dire ci fai compromettere il posto di lavoro alla futura moglie tua». Il posto di lavoro a cui La Rupa si riferisce è quello di collaboratrice a tempo determinato, in scadenza il 30 luglio, con una cooperativa che gestisce, per conto del comune, la scuola materna di Amantea. Il suo interlocutore è a sua volta un amministratore di un altro comune. Replica che non può tradire un amico d’infanzia, candidato con la lista di Signorelli.

 

«Quando siamo in amicizia divido – ribatte La Rupa – Quando per esempio Marcello Socievole deve andare un’altra volta a rinnovare il contratto alla futura moglie tua che dividiamo? Il c…o?». Alla conversazione è presente anche Marcello Socievole. «Nessun dubbio può nutrirsi circa il tono e le finalità delle affermazioni fatte da Franco La Rupa nei confronti del suo interlocutore» scrive il magistrato. In sostanza l’obiettivo è quello di ottenere voti in cambio del rinnovo di un contratto di lavoro.

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«La Rupa è capace di attuare qualsiasi ritorsione contro di me»

Nella denuncia presentata ai carabinieri, la persona avvicinata da La Rupa e Socievole descrive l’ex consigliere regionale come «capace di qualsiasi ritorsione nei suoi riguardi».