Sullo sfondo un’ipotesi di errore giudiziario che coinvolge un uomo del Cosentino. Tutto ebbe inizio nel dicembre del 2011 quando un 65enne di Cariati venne condannato dal tribunale di Siena a 9 anni di reclusione in primo grado con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La difesa contestò i contenuti della pronuncia e impugnò la sentenza di condanna presso la Corte D’Appello di Firenze in attesa della fissazione della prima udienza.

Il nuovo arresto

Trascorrono gli anni e tutto tace. A febbraio del 2021 accade qualcosa di clamoroso: il 65enne viene arrestato per il medesimo procedimento, sebbene debba avere ancora inizio il secondo grado di giudizio. In sostanza, gli atti dell’Appello non si trovano.

L’atto sparito

Il Tribunale avvedutosi dell’errore, temporeggiò in un formalismo che costrinse l’imputato a restare recluso in carcere a Roma per oltre 38 giorni. «Ciò che si ritiene allarmante -ha affermato l’avvocato difensore Paolo Viceconte- non è tanto lo smarrimento dell’atto d’Appello, quanto il fatto che una volta evidenziato l’errore materiale in cui è incorsa l’amministrazione giudiziaria, il tribunale di Siena non ha fatto nulla per risolvere il problema sostanziale della vicenda, ossia, che l’assistito fosse rinchiuso nel carcere di Regina Coeli in virtù di un titolo esecutivo palesemente illegittimo. La vicenda venne poi risolta dalla Corte d’Appello di Roma che, nell’essersi dichiarata incompetente per motivi procedurali, ha comunque disposto la liberazione del mio assistito». Sulla questione è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare.