Domenica nella cittadina piemontese teatro della tragedia sarà intitolata una piazza ai tre pompieri morti il 5 novembre 2019. A Reggio Calabria invece l’iter resta fermo
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Due anni senza Nino Candido. Sono passati mesi lunghissimi in cui il dolore non ha lasciato il suo posto nei cuori della mamma, Marisa, del papà Angelo, della sorella Ilaria e tutti quelli che amavano il giovane vigile del fuoco, ucciso con due colleghi, dallo scoppio doloso della cascina di Quargnento, il 5 novembre 2019.
Ieri alcuni colleghi che avevano frequentato il corso con lui sono venuti a trovare la famiglia Candido, un momento di condivisione che ha raccontano, come se ce ne fosse ancora il bisogno, quello che Nino era per chi lo ha conosciuto. Abbiamo provato a sentire dalla viva voce della madre cosa è accaduto in tutto questo tempo.
Cosa ha lasciato Nino, a due anni da quel tragico giorno?
«Di Nino è rimasto tutto. La sua presenza, i suoi ricordi, il suo amore, i suoi affetti, le dimostrazioni dei ragazzi compagni di corso che sono venuti oggi a Reggio a trovarci. Ha seminato bene e stiamo ancora a raccogliere i frutti. E grazie a Dio queste amicizie rimarranno sempre, legati a lui: ci hanno stampato un book con tutte le foto che avevano insieme a nino e come copertina hanno fatto un disegno che mio figlio aveva creato per l’81° corso. Il dolore c’è sempre. Dicono che col tempo guarisca le ferite, le faccia rimarginare. Ma non è così: ci siamo adattati a questa nuova situazione, abbiamo imparato a convivere con questo dolore e si cerca di andare avanti».
Lei ha perdonato gli assassini di suo figlio?
«Non mi sento di odiare queste persone, provo per loro una gran pena per l’atto che hanno fatto, per quello che hanno provocato. Non dovranno rendere conto a noi, ma ad un essere superiore. Se si sono veramente pentiti, come Vincenti cercava di dire in una delle udienze. Il signore sa se il suo pentimento era sincero o era solo una scusa per convincere la giuria. Non siamo noi a doverli perdonare. Non odio nessuno. Sono due persone che hanno ideato questo piano, inizialmente senza intenzione di uccidere, però poi non hanno mosso mai un dito per cercare di salvare il salvabile».
Una strada per Nino
Della strada intitolata a Nino nella sua città natale, a Reggio, si sa ben poco. Tutta la buona volontà e l’entusiasmo con cui era partiti si sono persi per strada, così come per quella che avrebbe dovuto essere intitolata a Kobe Bryant. Ad Alessandria c’è già una strada che porta il nome dei vigli del fuoco morti. Si chiamerà invece “Piazza Caduti dei Vigili del Fuoco”, con nomi di Nino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo quella che il Comune di Quargnento inaugurerà domenica 7 novembre. Alla cerimonia, che si svolgerà alle 11 dopo una messa solenne, saranno presenti anche i genitori di Nino. L’intitolazione sarà possibile grazie alla speciale deroga, concessa alla Prefettura di Alessandria, che dato la possibilità di anticipare l’intitolazione ai tre pompieri, scomparsi da meno di 10 anni. Perché non fare la stessa cosa anche a Reggio? Il sacrificio di Nino, figlio di Reggio, lo merita sicuramente.