L’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro si è associata all’azione di responsabilità avviata dalla Procura regionale della Corte dei Conti e ha chiesto la condanna del Sant’Anna Hospital e dei suoi stessi dipendenti. Si arricchisce di nuovi sviluppi il procedimento contabile scaturito dal presunto pagamento di doppie fatture in danno dell’Asp di Catanzaro che ha condotto ad una ipotesi di danno erariale del valore di oltre 17 milioni e mezzo di euro.

La citazione in giudizio

Lo scorso febbraio, infatti, la Procura della Corte dei Conti ha citato in giudizio la clinica privata, accreditata al servizio sanitario regionale, l’ex rappresentante legale, Rosanna Frontera, ed ex funzionari e direttori generali dell’Asp d Catanzaro tutti accusati di aver causato un danno alle casse dell’ente sanitario. Nello specifico, si tratta dei crediti di oltre 17 milioni e mezzo di euro che il Sant’Anna Hospital ha ceduto nel 2014 ad una società di factoring, Opera Spv, ma in realtà già pagati dall’Asp o non dovuti.

Le accuse dell'Asp di Catanzaro

La società di cartolarizzazione dei crediti è poi riuscita ad incassare le somme «innescando plurime e indebite procedure esecutive» direttamente all’istituto tesoriere. Ebbene, il Sant’Anna Hospital e l’ex legale rappresentante, Rosanna Frontera, risponde oggi di responsabilità per colpa grave poiché avrebbe sottoscritto per conto della clinica «il contratto di cessione dei crediti non dovuti o già soddisfatti». Agli ex funzionari ed ex direttori generali dell’Asp di Catanzaro si contesta invece «una condotta omissiva, connotata da colpa grave, consistita dall’essersi astenuti dal compiere tutti i necessari rimedi per contestare l’atto di cessione dei crediti stipulato tra Villa Sant’Anna e Opera Spv e soprattutto per paralizzare le nove procedure esecutive in cui Opera è intervenuta ed è riuscita ad ottenere ingenti pagamenti di crediti indebiti perché non dovuti o già soddisfatti».

Risarcimento del danno

Oggi l’ulteriore tassello, con l’intervento dell’Asp di Catanzaro a sostegno delle ragioni della Procura della Corte dei Conti. Nell’atto, infatti, l’ente sanitario chiede la condanna dei sette citati in giudizi per ottenere il risarcimento del danno del valore di 17.648.248 euro. Nello specifico, si chiede il risarcimento dell’intera somma a Villa Sant’Anna e all’ex legale rappresentante, Rosanna Frontera. A Michele Chiodo, direttore responsabile dell’Uo Affari generali e legali dal giugno 2013 al 31 dicembre 2015 si chiede la somma di 4.179.879; a Giuliana Natalina Colomba Giofrè, direttore responsabile dell’Uo Affari generali e legali dall’1 aprile 2016 si chiede la somma di 1.114.594 euro; a Mario Catalano e Giuseppe Perri che si sono avvicendati nel ruolo di direttore generale nell’arco temporale preso in esame si chiede rispettivamente la somma di 682.045 e 1.454.310 euro. E infine a Francesco Francavilla, direttore responsabile dell’Uo Gestione Risorse Economiche Finanziarie si chiede un risarcimento del danno di 1.393.293 euro.

«Condotte illecite»

«Non v’è alcun dubbio – si legge nell’atto di intervento dell’Asp di Catanzaro – che le condotte illecite contestate a Villa Sant’Anna ed al suo legale rappresentante, autori primari dell’illecito, ed agli altri convenuti citati in giudizio in ragione delle funzioni da ciascuno svolte all’interno dell’azienda sanitaria danneggiata si pongono in rapporto causale, diretto e oggettivo rispetto all’ingiustificato esborso di risorse pubbliche. Da ritenersi grave in ragione della reiterazione delle condotte per lungo lasso di tempo nonché del rilevante importo delle risorse indebitamente sottratte alla loro destinazione pubblico nel delicato settore dell’assistenza sanitaria».

«Dolosa consapevolezza»

La richiesta risarcitoria non è così solo rivolta contro la clinica privata ma anche contro i dipendenti della stessa Asp. «Sul punto si richiamano le circostanziate valutazioni – si legge ancora – dell’atto di citazione in termini di dolosa consapevolezza da parte della struttura accreditata e del suo legale rappresentante di arrecare danno all’azienda sanitaria e di violazione gravemente colposa dei più elementari doveri d’ufficio da parte dei dirigenti e organi apicali dell’Asp di Catanzaro».