Promotori delle azioni di pignoramento e, contemporaneamente, difensori delle società creditrici. Nella sistematica aggressione alle casse dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro a giocare un doppio ruolo è la categoria degli avvocati, pochi in verità. Nella meticolosa ricostruzione operata dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro – che ha condotto la Procura della Corte dei Conti ad ipotizzare un danno erariale di oltre 17 milioni e mezzo di euro – i nomi che ricorrono si riducono a due o tre.

Il ruolo degli avvocati

Sono sempre gli stessi avvocati, infatti, ad azionare le procedure esecutive direttamente al tesoriere dell’Asp di Catanzaro, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, per ottenere l’immediata liquidazione di importi vantati come crediti dai fornitori dell’azienda o dalla società di cartolarizzazione, che i crediti li ha ricevuti per cessione. Dal 2014 al 2016 – quando le casse dell’Asp catanzarese vengono bombardate da decine e decine di azioni di pignoramento – uno solo tra gli avvocati, che assiste contemporaneamente le ditte fornitrici e la società di factoring, accumula un tesoretto di quasi 40mila euro: intervenendo o azionando otto diverse procedure esecutive.

Catanzaro, il business dei pignoramenti

Un business piuttosto remunerativo se si pensa che l’unica attività forense svolta è la stesura del precetto e la partecipazione attiva alle udienze attraverso cui si assicurava il salasso in danno dell’Asp di Catanzaro ma a vantaggio delle ditte fornitrici e della società di factoring, oltre ovviamente il proprio sostanzioso onorario. Il quadro entro cui i professionisti del foro operano è la cessione del credito da parte della clinica Sant’Anna Hospital alla società di factoring Opera Spv.

Il rapporto tra Sant'Anna Hospital e Opera Spv

È il luglio del 2014 quando la cessione del credito di 10 milioni viene sottoscritta, il Sant'Anna ha in mano una sentenza del Tribunale di Catanzaro che condanna l’Asp al pagamento in solido con la Regione Calabria di 16 milioni di euro per prestazioni erogate nel 2004. Solo nel 2017 la Corte d’Appello dichiarerà cessata la materia del contendere e confermerà che quei crediti erano già stati saldati nel 2005 dall’Asp. Ma dal 2014 al 2016 interverrà la sistematica aggressione da parte della società di factoring, con il supporto tecnico garantito dagli avvocati.

L'avvocato uno e trino

Uno risulta particolarmente attivo in quegli anni. Assiste contemporaneamente una ditta fornitrice di presidi ortopedici, una ditta di prodotti biomedicali – entrambe creditrici dell’Asp - la società Opera Spv e la clinica Sant’Anna Hospital attivando le procedure esecutive o inserendosi in altre già innescate al Tribunale di Modena. Nei nove pignoramenti contestati dalla Procura della Corte dei Conti risulta presente in otto, e in tutte le occasioni ha ottenuto consistenti rimborsi. Il più sostanzioso del valore di 9mila euro, liquidato il 25 febbraio del 2016, in cui figura promotore della procedura esecutiva a cui si è poi agganciata anche la società Opera Spv ottenendo quasi 2 milioni e mezzo, direttamente riscossi al tesoriere dell’Asp.

Il tesoretto del legale

In un’altra occasione risulta avvocato nella medesima udienza sia di una ditta di prodotti biomedicali – che aveva avviato la procedura esecutiva – sia della clinica Sant’Anna Hospital intervenuta successivamente a riscuotere crediti. In questo caso il professionista ha ottenuto un rimborso per la spesa di precetto e per la procedura di 3.680 euro. Dal 2014 al 2016 il sistema gli ha fruttato poco meno di 40mila euro. In un altro caso – nel dicembre del 2014 – risultava contemporaneamente legale di una ditta di presidi ortopedici e della società Opera Spv, le spettanze però in quel caso furono esigue: solo 1.400 euro.

La fattura del 1995 del Sant'Anna

Tuttavia, nel corso di quella udienza l’abilità dell’avvocato fu tale da riuscire a pignorare non solo i crediti vantati dalla ditta fornitrice dell’Asp ma anche quelli reclamati dalla società di factoring che aveva in mano solo una fattura emessa dal Sant’Anna Hospital addirittura nel 1995 per prestazioni extra-budget. Anche in questo caso importi non dovuti, sostiene la Procura della Corte dei Conti.

Invito a comparire

Proprio a causa dell’irritualità della procedura - Opera Spv era intervenuta senza vantare un titolo esecutivo ma solo una fattura – il Tribunale di Modena ordina la comparizione del debitore in udienza. La richiesta di comparizione viene notificata all’Asp di Catanzaro il 4 dicembre 2014 ma all’udienza nel marzo del 2015 nessuno si presenta a tutelare gli interessi dell’azienda e così il giudice dispone la liquidazione senza colpo ferire.

La Corte dei conti parla di inerzia amministrativa

È proprio a causa di questa “inerzia” amministrativa che la Procura della Corte dei Conti ha invitato a dedurre tre funzionari e due ex direttori generali dell’Asp ipotizzando nei loro confronti un danno erariale di oltre 17 milioni e mezzo di euro, il valore degli importi che la società di factoring era riuscita a farsi liquidare dal tesoriere dell’Asp. Negli uffici dell’azienda risultano agli atti tutte le notifiche delle procedure esecutive, delle udienze, degli inviti a comparire a cui nessuno si è mai opposto. Un’attività, secondo i magistrati contabili, che richiedeva un sforzo minimo ma capace di paralizzare l’aggressione in danno delle casse pubbliche. Il danno erariale viene contestato anche agli ex vertici del Sant’Anna Hospital.