Dopo l'apertura di un'inchiesta della Procura e dell'Asp il dottore Oriente spiega cosa è accaduto quella notte: «Avevo più volte segnalato questa situazione di emergenza, speriamo che l’intervento della magistratura sia utile a risvegliare le coscienze di tutti»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Sono ancora in corso le indagini dell’Asp e della Procura per comprendere cosa sia successo la notte del 28 ottobre scorso quando una donna di villa san Giovanni è morta d’infarto in attesa dell’ambulanza. Per il medico che ha segnalato e denunciato l’accaduto, e che dopo essere stato sentito in commissariato sarà sentito dall’Asp, però, non si stratta di un caso isolato ma di una carenza decennale. «Siamo di fronte a una carenza atavica di mezzi e uomini – ci ha detto il dottor Salvatore Oriente – e non è una novità, è un problema decennale ma nel settore dell’emergenza diventa drammatica la situazione perchè 3 ambulanze per tutta la provincia di Reggio non possono bastare e chi, come me, conosce il territorio, sa che già logisticamente è impossibile essere veloci perchè i tempi di percorrenza solo già lunghi. Ma quel che è peggio è che se il mezzo ti arriva anche senza medico oltre al danno assistiamo alla beffa».
E per Oriente il prezzo da pagare ricade sui pazienti ma anche sui sanitari perchè «si rischia non solo di perdere il paziente ma anche di mettere in pericolo i sanitari che arrivati sul posto devono far fronte alla rabbia degli utenti che, è già capitato, sfogano violentemente contro di loro». E per il medico di base la denuncia è stata frutto di un’esasperazione legata ad anni di segnalazioni e di silenzi. «La tragedia di giorno 28 mi ha visto presente. Non ce l’ho fatta più perchè avevo più volte segnalato questa situazione di emergenza. Ho sentito il dovere la stessa notte, alle 3 del mattino, una lettera al ministro Roberto Speranza, perchè quello che è accaduto è un fatto grave. Quando si perde una vita umana non ha importanza se era anziana o giovane, è una vita umana che si perde».
Non cerca un colpevole, ma guarda alla vita persa nonostante il suo intervento. «Io sono intervenuto subito nonostante l’orario ma la presenza di un medico di base alle 2 di notte non è per nulla scontata, anzi, ma delle volte è necessario che sia necessario il trasporto tempestivo in ospedale e non sempre è possibile farlo con mezzi propri. Non si può risparmiare sulla salute, sono vite umane che se ne vanno e di queste perdite siamo tutti responsabili». Il medico non fa supposizioni su come sarebbe potuta andare andare se l’intervento fosse stato più tempestivo: «Speriamo che l’intervento della magistratura sia utile a risvegliare le coscienze di tutti e invertire questa nefanda tendenza a lasciare correre, invece – conclude Oriente – bisogna agire, questo è il momento di rimboccarsi le maniche e cambiare passo».
LEGGI ANCHE:
Donna morta d’infarto e ritardo nei soccorsi, Minniti (Asp Reggio): «Ambulanza arrivata in 20 minuti»
Reggio Calabria, donna morta d’infarto in attesa dell’ambulanza: l’Asp avvia un’inchiesta interna
Reggio, donna morta d’infarto in attesa dell’ambulanza: la procura apre un’inchiesta
Reggio Calabria, l’ambulanza arriva dopo 90 minuti: donna muore di infarto