Nella residenza sanitaria assistenziale sono morti 27 anziani contagiati dal coronavirus. L'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro aveva annullato il rapporto contrattuale. Già il Tar aveva rigettato il ricorso della società
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Non passa nemmeno in secondo grado il ricorso proposto dalla Salus, società che gestisce la casa di riposo Domus Aurea di Chiaravalle dove in piena emergenza Covid si è registrato il decesso di ben 27 anziani contagiati dal virus. Dopo il rigetto del primo ricorso avanzato dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale, la società ha alzato il tiro impugnando la sentenza al Consiglio di Stato per ottenerne la riforma.
Al centro del contenzioso la sospensione del contratto deliberata dall'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro con la residenza sanitaria assistenziale che operava in regime di accreditamento.
Ma anche i giudici di Palazzo Spada non hanno ritenuto sussistenti le motivazioni addotte dalla società che ai giudici amministrativi aveva chiesto una sospensiva dell'efficacia del provvedimento emanato dall'Asp. La terza sezione del Consiglio di Stato, con propria ordinanza, ha rigettato la richiesta di sospensiva e fissato la trattazione nel merito il prossimo 14 gennaio.
In attesa della celebrazione dell'udienza però i giudici amministrativi hanno richiesto "l’acquisizione di una dettagliata relazione da parte dell’amministrazione, corredata dalla relativa documentazione, in ordine ai fatti controversi, alle verifiche effettuate, alla situazione attuale della struttura ed all’esito dei controlli". La società è assistita in giudizio dagli avvocati Alfredo Gualtieri e Demetrio Verbaro.