Pietro Giamborino, l'ex consigliere regionale della Calabria, esponente di Margherita e Pd, arrestato e posto ai domiciliari a seguito del blitz antimafia che ha portato all'emissione di 334 provvedimenti di custodia cautelare, è ritenuto dagli inquirenti «formalmente affiliato alla locale di Piscopio» poichè  avrebbe «intessuto legami con alcuni dei più importanti appartenenti alla 'ndrangheta vibonese per garantirsi voti ed appoggi necessari alla sua ascesa politica, divenendo, di fatto, uno stabile collegamento dell’associazione con la politica calabrese, funzionale alla concessione illecita di appalti pubblici e di posti di lavoro per affiliati o soggetti comunque contigui alla consorteria». 
A Giamborino è contestato il reato di traffico d’influenze così come a Nicola Adamo, ex vicepresidente della Giunta regionale calabrese ed esponente del Pd, destinatario di un provvedimento di divieto di dimora in Calabria, e ad altri due indagati: Giuseppe Capizzi, amministratore unico del “Consorzio progettisti e costruttori” e Filippo Valia. 

 

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