L'esecuzione della misura cautelare rimane sospesa fino alla decisione della Cassazione. L'ex assessore regionale è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'inchiesta "Libro nero"
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Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha accolto il ricorso che era stato presentato della Procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri, per chiedere l’annullamento dell’ordinanza con cui il Gip distrettuale, nel luglio scorso, aveva rigettato, per mancanza di esigenze cautelari, la richiesta di arresto a carico dell’ ex vicesindaco di Reggio Calabria ed ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, del Pd, nell’ambito dell’inchiesta “Libro nero”.
I giudici del Riesame hanno disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per l’ex assessore regionale.
L’esecuzione di tale misura, però, come previsto dal codice all’articolo 310 c.p.p. nei casi in accoglimento dell’appello del pubblico ministero, rimane sospesa in attesa che si formi il giudicato cautelare definitivo.
In altri termini, per capire se Naccari finirà agli arresti domiciliari occorrerà attendere l’esito del ricorso per Cassazione che i legali dell’ex consigliere regionali stanno approntando proprio in queste ore.
Se la Cassazione dovesse rigettare tale ricorso, per Naccari si apriranno le porte della detenzione domiciliare.
In caso contrario, rimarrebbe indagato a piede libero in attesa della conclusione delle indagini preliminari e della successiva ed eventuale richiesta di rinvio a giudizio e del successivo processo.
Naccari Carlizzi é accusato di concorso esterno in associazione mafiosa in relazione ai suoi presunti rapporti con esponenti della cosca Libri della ‘ndrangheta.
Nella stessa operazione erano stati arrestati i consiglieri regionali Alessandro Nicolò, già di Forza Italia e poi passato a Fratelli d’Italia, e Seby Romeo, del Pd, per il quale la Cassazione ha poi annullato senza rinvio la misura cautelare.