Ieri la Conferenza dei sindaci della provincia di Crotone ha chiesto a Regione e sistema sanitario commissariale un immediato intervenire per impedire che gli allevamenti locali perdano tutto
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Tra drammatiche conseguenze sanitarie ed ambientali già conclamate, c’è da considerare il peso della situazione economica e sociale degli allevatori e di tutti gli altri operatori del settore zootecnico del crotonese che, dal più importante della regione almeno nel comparto ovino, sta disperatamente cercando di resistere agli oramai certificati focolai che hanno segnato incontrovertibilmente l’emergenza per l’epidemia di blue tongue (lingua blu), malattia che sta decimando gli allevamenti ovini nel territorio.
La Conferenza dei sindaci
Questo il quadro di fronte alla Conferenza dei sindaci della provincia di Crotone che ieri sera, nell’aula consiliare del Comune di Crotone ha, dopo più di due ore di discussioni e appelli di tanti allevatori presenti, è riuscita ad approvare all’unanimità la richiesta di stato di emergenza per l’epidemia di blue tongue.
Un vertice che ha fatto seguito all’incontro che già si era tenuto nei giorni scorsi, sempre a Crotone ma nella Sala Giunta, tra quei sindaci dei territori maggiormente coinvolti, e che cercava soluzione almeno allo smaltimento dei capi di bestiame morti, le cui carcasse rischiavano e rischiano di allargare a dismisura la stessa epidemia, nonché altre conseguenti emergenze sanitarie. In tale contesto, il primo cittadino di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga aveva chiesto di ragionare su impegni specifici oltre alla formalizzazione della richiesta dello stato di emergenza da inoltrare in Regione.
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Vaccinazione e disinfestazione
Così ieri, dopo la relazione della responsabile del servizio veterinario di area presso l'Asp, la dottoressa Carmela Volpicelli, che era anche accompagnata da altri due colleghi veterinari, sono stati chiesti, contestualmente, un piano regionale di vaccinazione e di disinfestazione a carico della Regione Calabria.
La malattia, come è spiegato anche nel portale del Ministero della Salute, non è contagiosa per gli esseri umani. Tuttavia è altrettanto evidente che con migliaia di capi morti (la Volpicelli ne ha previsti almeno 5000), e i danni economici per gli allevatori, il pericolo anche per la salute pubblica, arrivi soprattutto proprio dalla difficoltà nello smaltimento delle carcasse.
Così l’accoglimento da parte della Regione Calabria della richiesta di riconoscimento della misura emergenziale, permetterebbe almeno di sbloccare risorse e misure straordinarie per affrontare l’emergenza in modo più efficace dal punto di vista della disinfestazione e contenimento dell’epidemia che non riguarda e riguarderà certo solo i comuni di Isola, Petilia, Crotone e Rocca di Neto che sembrano ora quelli più colpiti, almeno in superficie.
Venti focolai
L’Asp, fino a ieri, scriveva che ad Isola Capo Rizzuto ci sono 20 focolai ed all’incirca 1.000 carcasse destinate alla distruzione mediante interramento in loco con procedure già predisposte ed agevolate dalle ordinanze sindacali (tralaltro non emesse da tutti i Comuni). Sarebbero stati poi otto i focolai a Petilia Policastro, sempre nello stesso datato e parziale report, ed otto anche a Cutro, da aggiungere ai sei riscontrati a Crotone ed uno a testa tra Cirò, Rocca di Neto e Mesoraca. Tutti a confermare però che si tratti di dati molto parziali e non solo perché molti allevatori non hanno denunciato la morte dei capi. E non solo perché il costo dello smaltimento è troppo alto.
La preoccupazione del dipartimento prevenzione dell’Asp di Crotone, anche rispetto al tema dei vaccini che sarebbero anche poco reperibili al momento, si scontra con le tipologie certamente più complesse delle disperazioni quotidiane degli allevatori che si sono trovati di fronte ai loro primi cittadini, pronti a scardinare il complesso sistema di burocrazia.
Emergenza sanitaria da contenere
Così se il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, da presidente della Conferenza, aveva riferito proprio che l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo, stava cercando di trovare una soluzione per permettere agli allevatori di avere, a prezzi più contenuti, vaccini e disinfestazioni. Molti suoi colleghi, tra i quali quelli di Mesoraca, Scandale e Rocca di Neto, hanno determinato un’accelerazione sul testo della deliberazione della Conferenza che mettesse non solo la Regione Calabria, ma anche i Commissari alla sanità provinciale e regionale, di fronte alle responsabilità di contenimento dell’emergenza sanitaria.
Era presente anche il presidente del Consorzio di tutela della Dop del pecorino crotonese, Francesco Scarpino che ha fatto rilevare come le difficoltà economiche non debbano nemmeno rischiare di far saltare un comparto tra i pochi produttivi nel crotonese e nell’intera regione, sollevando poi il tema ancora più complessivo degli osservatori epidemiologici che possono poi arrivare solo dagli Istituti zootecnici latitanti sia a livello regionale che provinciale.
E se l’Asp ha continuato a far rilevare che la situazione è in evoluzione anche a causa delle condizioni climatiche che favoriscono la circolazione di insetti vettori ed invitava a procedere ad una importante azione di disinfestazione (sembrerebbe a carico degli imprenditori), il sindaco di Cirò Marina e presidente della Provincia Sergio Ferrari ha letteralmente intimato l’esigenza di un intervento urgente da parte delle amministrazioni competenti, proprio a partire da Regione e Sanità pubblica regionale e provinciale per disinfestare e vaccinare al più presto, prendendosi la responsabilità di mettere per iscritto con quali risorse e modalità.