Il sindacato esprime preoccupazione per «l’insensibilità e l’indifferenza ai bisogni educativi e culturali dei nostri studenti», oltre che per il futuro di dirigenti e collaboratori scolastici che saranno «i più penalizzati»
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Nella provincia di Cosenza saranno 29 gli istituti scolastici colpiti dal dimensionamento. Un numero che preoccupa Usb Scuola, che annuncia una manifestazione di protesta per venerdì 6 ottobre. Secondo il sindacato, i più penalizzati saranno i dirigenti, coloro che operano nelle segreterie e i collaboratori scolastici. Ma c’è altro. «L’aspetto che più preoccupa – si legge nel comunicato di Usb Scuola – è l’insensibilità e l’indifferenza ai bisogni educativi e culturali dei nostri studenti».
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«Da una parte - aggiunge il sindacato - si blatera di impegni per le scuole del Mezzogiorno e per recuperare la dispersione scolastica, di fatto la si incentiva, ben sapendo che le carenze del sistema dei trasporti provinciali non consente una mobilità scolastica adeguata, il più delle volte superiore ai 30 minuti per raggiungere la destinazione scolastica. Questi aspetti logistici ne depotenziano soprattutto i rientri pomeridiani che limitano l’ampliamento dell’offerta formativa nei confronti dei ragazzi più bisognosi. Purtroppo i rischi di questo dimensionamento per la provincia di Cosenza che presenta un territorio già fragile di per sé, con tutte le carenze strutturali che vivono le scuole cosentina a partire dalla mancanza di palestre, di mense e sicurezza degli edifici scolastici, dalle barriere architettoniche sempre presenti, saranno enormi».
Secondo l'Usb, «fintanto che a prevalere sarà la logica dei numeri e dei tagli, non si costruiranno mai adeguati processi scolastici e non si valutano purtroppo i rischi in termini di impoverimento sociale e culturale. I presìdi culturali e soprattutto quelli scolastici rappresentano il vero contrasto agli abbandoni scolastici, alle carenze sociali, alle esclusioni e alle devianze giovanili. L’Usb Scuola della provincia di Cosenza e tutta l’Usb provinciale riteniamo che questo ridimensionamento abbia invece bisogno di una riflessione più ampia, volta ad una riorganizzazione complessiva e pianificata delle offerte formative sui territori, e non limitata alle Istituzioni deliberanti (Comuni e Provincia) ma frutto dell’ascolto di tutti i soggetti che hanno a cuore la difesa della scuola pubblica».
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«Appare prioritario da tempo sottrare l’istruzione e la formazione alla visione ultraliberista dominante ed impegnare energie e passioni a disegnare la scuola del futuro. Per questo - concludono dal sindacato -, saremo in piazza venerdì 6 ottobre con un sit-in in piazza 11 settembre con inizio alle ore 16. È l’ora che la voce della scuola e di tutti coloro che vivono, amano e difendono la scuola, si faccia sentire forte e riesca a determinare il necessario cambio di indirizzo da parte del Governo».