I ragazzi dell'istituto Falcone questa mattina sono scesi in piazza per manifestare contro l'accorpamento. Il sindaco li ha poi ricevuti in Comune
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Ad Acri, nel Cosentino, si sta svolgendo una manifestazione di un centinaio di studenti dell’istituto "Falcone" che, dopo essere ritrovati nel piazzale della Basilica di Sant'Angelo, stanno protestando contro il piano di dimensionamento scolastico messo in campo dalla Provincia ed i relativi accorpamenti tra scuole. «Il Falcone non si tocca», è lo slogan che gli studenti stanno urlando percorrendo le vie della città e dirigendosi verso il Comune dove hanno incontrato il sindaco Capalbo.
Gli studenti vogliono in questo modo esternare le loro perplessità sul provvedimento. Ma facciamo un passo indietro sulla vicenda. Nei giorni scorsi, la Provincia di Cosenza ha trovato una quadra per quanto riguarda il ridimensionamento della rete scolastica, nell’ambito dell’assetto normativo delineato dalla legge di bilancio n. 197 del 19/12/22, attuativo della riorganizzazione del sistema prevista nel Pnrr, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, per un triennio. Gli applicativi del Piano nazionale ripresa e resilienza abbassano i criteri numerici per il mantenimento delle autonomie scolastiche: a 600 alunni per i comuni montani e a 1000 per i centri urbani. Il piano messo in campo dall'ente provinciale, segue dunque le linee guida ministeriali ed ha portato al taglio di 29 autonomie, tenendo conto che 21 di esse erano comunque sedi vacanti assegnate ad un dirigente reggente.
Ad Acri, secondo la bozza presentata dalla Provincia resteranno, per le scuole secondarie superiori (II ciclo), l’Iis Ipsia Iti e l’Iis Julia-Falcone, quest'ultima generata dall’accorpamento tra l’Itgct Falcone e il Liceo Julia. Nella cittadina pre silana verranno poi create due autonomie nell’ambito della rete dell’Istituzioni scolastiche del I Ciclo. Facendo dunque i conti Acri riuscirebbe a preservare il 70% delle autonomie scolastiche, salvaguardando quattro scuole su sei tra comprensivi e Istituti superiori.
«La proposta del piano di dimensionamento - si legge in una nota diffusa dall'Amministrazione comunale di Acri - è stata delineata in base al confronto e l’interlocuzione con i dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali e grazie all’analisi dettagliata di dati e contesto. Il sindaco, Pino Capalbo, il vicesindaco con delega alla Pubblica Istruzione, Anna Cecilia Miele, la Giunta comunale, i consiglieri di maggioranza si ritengono pienamente soddisfatti dei risultati ottenuti e ringraziano per il lavoro svolto la presidente della Provincia Rosaria Succurro ed il consigliere provinciale con delega Edilizia Scolastica Salvatore Palumbo, che ha condiviso e portato avanti nelle sedi opportune la proposta dell’amministrazione comunale, difendendo così un territorio da una probabile soppressione di altre autonomie».
Secondo gli studenti del "Falcone", che attualmente conta 311 iscritti, il nuovo dimensionamento potrebbe causare una serie di disagi all'interno del loro Istituto. «Sono state ignorate le esigenze e aspettative di noi studenti - dice ai microfoni del nostro network Carmen Curcio, una delle rappresentanti d'istituto -. Tramite la manifestazione, vogliamo esprimere il nostro dissenso nei confronti della decisione presa dalla Provincia - afferma la studentessa -, poiché crediamo che il nostro nucleo scolastico debba continuare ad essere autonomo come è sempre stato». E ancora: «Speriamo che in questo modo la voce di ogni studente del nostro istituto possa essere ascoltata - continua Curcio -, poiché eliminare il "Falcone" è come cancellare un pezzo di storia che dal 1970 è qui». Inoltre, «C’è il rischio di perdere dei posti di lavoro - ci dice uno studente -, così come per noi studenti sono a rischio alcuni servizi. Il Falcone perderà la segreteria e ciò implica un disservizio da non sottovalutare per la gestione degli studenti».
«Abbiamo spiegato agli studenti tutto il necessario in merito alla norma - ci ha detto la dirigente scolastica del Falcone Elena Gabrielli -. Loro in piena e totale autonomia hanno deciso di voler manifestare per esprimere le perplessità in merito alla norma stessa». La dirigente che, insieme ai docenti ha deciso di non ha partecipare al sit-in aggiunge: «Dal punto di vista della normativa nazionale siamo ben consapevoli anche noi che l’Istituto Falcone debba essere accorpato - dice -, manifestare è comunque un diritto sancito costituzionalmente e i miei studenti vogliono comunque esternare i loro dubbi ed è più che giusto che lo facciano».