Sono passati 19 anni da quel 4 marzo del 2005 in cui Nicola Calipari fu ucciso a Baghdad. Il poliziotto e agente segreto calabrese si stava recando all'aeroporto iracheno insieme alla giornalista Giuliana Sgrena che era stata appena liberata, quando l'auto su cui viaggiavano fu investita da colpi di fuoco sparati da soldati statunitensi. A distanza di 19 anni sono diversi i politici e le figure istituzionali che ricordano Calipari. 

«Valoroso funzionario di polizia, sacrificava la sua vita per portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, rapita in Iraq. Un servitore dello Stato, la cui umanità e professionalità sono un esempio anche per le nuove generazioni». Queste le parole del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nel giorno dell'anniversario della morte dell’agente dell’intelligence italiana, insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Per Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, Calipari è stato «un grande servitore dello Stato, un calabrese che si è contraddistinto per professionalità e dedizione con le quali affrontava il suo delicato lavoro. Ha sacrificato in modo eroico la propria vita per portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata dalla Jihad islamica. Il suo coraggio e il suo spirito di servizio nei confronti del Paese possano essere sempre da esempio per tutti gli italiani».

A ricordare l'agente segreto calabrese anche il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana: «A diciannove anni dalla sua tragica scomparsa, ricordiamo Nicola Calipari, valoroso dirigente del Sismi caduto a Baghdad nel corso dell'operazione di liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. In questa giornata di triste memoria, desidero rinnovare, a nome mio e della Camera dei deputati, le espressioni del più sentito cordoglio ai familiari di questo coraggioso servitore dello Stato».