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La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha sequestrato la lavanderia industriale “Iacovo Maria”, con sede in Diamante (CS), formalmente intestata al coniuge, ma ritenuta nella effettiva disponibilità del sessantenne Antonio Mandaliti, destinatario, nell’estate del 2016, di misura cautelare detentiva, proprio insieme alla moglie, nell’ambito dell’operazione “Frontiera”, mediante la quale la Procura Distrettuale di Catanzaro ha duramente colpito gli interessi anche economici della potente cosca Muto, egemone nel comprensorio di Cetraro (CS).
Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Cosenza a seguito di un’articolata proposta di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, basata sull’esito di accurate indagini patrimoniali svolte dagli investigatori della Sezione Operativa di Catanzaro, che hanno interessato un arco temporale compreso tra il 1997 ed il 2015.
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La disposizione del sequestro
La Sezione Misure di Prevenzione del suddetto Tribunale, in estrema sintesi, ha ritenuto di disporre il sequestro della citata attività imprenditoriale, rappresentata dalla menzionata lavanderia industriale “…apparendo tale bene, per come ipotizzato nel procedimento Frontiera, frutto o reimpiego di attività illecite…i sufficienti indizi di tale provenienza illecita…[sono stati ricavati] proprio dall’ordinanza applicativa di custodia cautelare nei confronti del Mandaliti per [il reato ascrittogli], nell’ambito della quale le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – affermative della fittizietà dell’intestazione della lavanderia Iacovo e dell’atteggiamento del Mandaliti volto ad imporre il monopolio dei relativi servizi grazie alla propria appartenenza alla cosca Muto – sono [state] considerate, oltre che intrinsecamente coerenti, anche estrinsecamente riscontrate [dalle prove]…agli atti di quel procedimento.”.