Lo scenario criminale

«Africa base logistica per i traffici di droga della ’ndrangheta, app e social utilizzati per lo smercio»

È quanto si legge nella Relazione Dia presentata al Parlamento relativa all'attività svolta nei primi sei mesi del 2023. Record di Comuni calabresi sciolti per mafia

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di Redazione Cronaca
18 giugno 2024
11:30

Le organizzazioni criminali, da tempo impegnate ad adattarsi ai cambiamenti socio-economici e ad infiltrarsi nell'economia legale, hanno «implementato le capacità relazionali sostituendo l'uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive».

È quanto si legge nella Relazione della Direzione investigativa Antimafia al Parlamento e relativa all'attività svolta nei primi sei mesi del 2023. «Oggi le mafie preferiscono rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando degli ingenti capitali accumulati con le attività illecite».


«Africa occidentale diventata base logistica ‘ndrangheta»

La ‘ndrangheta calabrese è, come di consuetudine ormai, leader indiscussa del narcotraffico ma non solo. Infatti nella Relazione della Dia viene affermato che «negli ultimi anni anche l'Africa occidentale è diventata per le cosche calabresi, una tappa sempre più importante per i propri traffici».

«In particolare, la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana sono diventate cruciali basi logistiche per i narcos. A questi Paesi si aggiunge di recente anche la Libia». Si legge ancora nella Relazione semestrale dalla Dia. «Analoghe considerazioni valgono per gli Stati Uniti ed il Canada - viene aggiunto - dove l'infiltrazione criminale della 'ndrangheta appare oramai compiuta, così come dimostrato negli ultimi anni da operazioni di polizia nel settore del traffico internazionale di stupefacenti».

«Mafie usano social e app per le attività illecite»

«Con il liberarsi dal modello di una mafia di vecchia generazione, aderendo piuttosto alla nuova ed accattivante immagine imprenditoriale, l'uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l'attività illecita delle organizzazioni criminali che, con sempre maggiore frequenza, utilizzano i sistemi di comunicazione crittografata, le molteplici applicazioni di messaggistica istantanea e i social» - si  legge ancora nella Relazione semestrale.

«Dagli esiti delle indagini concluse nel semestre, emerge come la principale fonte di redditività dei cartelli criminali, a livello transnazionale, continui ad essere il traffico di sostanze stupefacenti a volte gestito - viene sottolineato - mediante nuovi modelli organizzativi capaci di sfruttare il web, soprattutto nella fase dello smercio».

In Calabria record di comuni sciolti per mafia

Il direttore della Dia, Michele Carbone, presentando la relazione ha affermato che «la corruzione costituisce lo strumento privilegiato per trasformare i potenziali nemici in alleati preziosi, con l'ulteriore vantaggio di essere silenziosa». E che «le intimidazioni sono risultate essere anche funzionali talvolta al condizionamento dell'operato dei pubblici amministratori, in special modo nell'affidamento di appalti di imprese vicine ai clan. Inquietanti sotto questo profilo sono stati i non pochi episodi minatori ai danni di consiglieri comunali e sindaci, in particolare nei comuni calabresi».

Il direttore della Dia ha poi sottolineato che «dal 1991 al 2023 sono stati sciolti 379 consigli comunali per infiltrazioni mafiose, di cui 25 annullati a seguito di ricorso. A questi si aggiungono 7 aziende ospedaliere ( 5 in Calabria e 2 in Campania). La regione con maggior numero di consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa è la Calabria con 130 Comuni».

Confiscati 130 mln beni alle mafie in primi 6 mesi 2023

Dalla relazione emerge che sono oltre 29 milioni di beni sequestrati e quasi 130 milioni di beni confiscati. In particolare, ammonta a 29.130.500 euro il valore dei beni sequestrati nell'attività preventiva e a 542.343 euro nella repressiva. Confiscati beni per 120.620.101 euro con l'attività preventiva e per un valore di 8.230.00 con la repressiva.

Nel dettaglio, oltre 4 milioni di beni sono stati sequestrati alla criminalità organizzata calabrese, circa due milioni a quella siciliana e 2,6 milioni alla criminalità organizzata campana. Quanto alle confische il valore dei beni sequestrati alla criminalità siciliana sfiora i 100 milioni. Tredici le attività investigative concluse dalla Dia nello stesso periodo e 63 i provvedimenti restrittivi. Allo stato - si legge nella relazione - sono in corso 295 attività di polizia giudiziaria, di cui 77 operazioni denominate (13 avviate d'iniziativa e 64 su delega) e 218 indagini relative ad accertamenti investigativi connessi a procedimenti penali.

«I fondi del Pnrr fanno gola alle organizzazioni criminali»

«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta un importante pacchetto di investimenti e riforme attualmente in corso di implementazione. A causa dell'alto valore complessivo dei finanziamenti coinvolti, sussiste il rischio che le organizzazioni mafiose possano manifestare interesse per tali fondi, aumentando il fenomeno di infiltrazione nell'economia legale». Si legge ancora nella Relazione semestrale della Dia. «Per contrastare efficacemente questi tentativi, il ministero dell'Interno ha adottato una strategia preventiva focalizzata sulla documentazione antimafia, con particolare attenzione alle informazioni fornite dalle Prefetture» viene aggiunto. Nel primo semestre del 2023 «le richieste di avvio istruttoria antimafia Pnrr sono state 11.890 a livello nazionale e 8 si sono concluse con esito positivo, ovverosia con l'adozione di provvedimenti interdittivi antimafia».

«Organizzazioni albanesi pericolose e ben strutturate»

«Le organizzazioni criminali albanesi manifestano un'alta pericolosità e una forte incidenza nelle attività illegali, con particolare riferimento al traffico di droga». Emerge ancora dalla Relazione semestrale. «Si tratta di sodalizi ben strutturati e sorretti da una forte componente solidale poiché rafforzate al loro interno da legami parentali - viene sottolineato -. Le organizzazioni albanesi si sono rivelate particolarmente adatte anche a livello internazionale, oltre che capaci di interloquire direttamente con i cartelli sudamericani per l'importazione, dai Paesi tradizionalmente produttori, di ingenti quantità di cocaina. A tal proposito, molte attività antidroga condotte in diverse regioni italiane hanno accertato sinergie operative della criminalità organizzata albanese con la criminalità autoctona». Nella relazione viene inoltre spiegato che «il modus operandi adoperato - conclamato ormai anche giudizialmente - vede tali organizzazioni criminali transnazionali trasportare dai litorali albanesi sul territorio italiano per mezzo di potenti gommoni e imbarcazioni a vela, attraverso il Canale d'Otranto, numerosi migranti di varia etnia (prevalentemente iraniani, pakistani, iracheni, egiziani, siriani e afghani)».

«Cospicui sequestri d'armi nel primo semestre 2023»

«La lotta alle mafie nel primo semestre 2023 registra cospicui sequestri di armi, anche da guerra, operati dalle forze di polizia nei confronti di tutte le consorterie criminali organizzate». Ha detto il direttore della Dia Michele Carbone che ha continuato: «In questo quadro è sempre elevato il rischio reale che il conflitto bellico 'russo-ucraino' possa favorire il traffico di armi da guerra da quel territorio verso quello nazionale - ha aggiunto - un rischio segnalato anche recentemente da Europol, sebbene non vi siano evidenze specifiche in tal senso».

 

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