Erano accusati dalla Dda di Catanzaro di aver preso parte alla fase preliminare del fatto di sangue sancito dopo varie riunioni avvenute nel contesto del clan degli zingari. Marco Abbruzzese condannato per occultamento di cadavere
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La Corte d’Assise di Cosenza (presidente Paola Lucente; giudice a latere Marco Bilotta) ha assolto i fratelli Luigi e Marco Abbruzzese dall’accusa di aver partecipato all’omicidio di Luca Bruni, ultimo boss della famiglia “Bella bella” di Cosenza, assassinato nel gennaio del 2012 dagli attuali collaboratori di giustizia Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, su mandato di Franco Bruzzese e Maurizio Rango.
I giudici di primo grado, tuttavia, hanno condannato Marco Abbruzzese per occultamento di cadavere alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione. Luigi Abbruzzese e il fratello Marco erano accusati dalla Dda di Catanzaro di aver preso parte alla fase preliminare del delitto di mafia, sancito dopo varie riunioni avvenute nel contesto associativo del clan degli “zingari” di Cosenza.
La pubblica accusa rappresentata dal pubblico ministero antimafia Vito Valerio, aveva chiesto per per Marco e Luigi Abbruzzese la condanna all’ergastolo. I fratelli Marco e Luigi Abbruzzese erano stati chiamati in causa dal fratello-pentito, Celestino Abbruzzese, il quale nei primi verbali resi davanti alla magistratura antimafia di Catanzaro, aveva parlato del presunto coinvolgimento dei più stretti familiari, avendo appreso circostanze nell’ambito delle conversazioni avute (e ascoltate) in quel periodo. Marco Abbruzzese è difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Cesare Badolato, mentre Luigi Abbruzzese è difeso dallo stesso Cesare Badolato e dall’avvocato Paolo Pisani.
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