Il Tar Calabria ha annullato l'ordinanza sindacale relativa al fermo dei lavori dell'antenna telefonica di via Fiume Lao a Scalea, che un mese fa esso stesso aveva legittimato riconoscendo il possibile rischio per la salute di una giovane affetta da sindrome di Brugada e altri concittadini residenti portatori di pacemaker nella stessa zona. Ma come è possibile? La Wind Tre Spa, la compagnia interessata alla creazione della nuova stazione radio, ha impugnato il precedente verdetto e ha ottenuto l'annullamento dell'ordinanza sindacale per una serie di ragioni, tra cui una consulenza tecnica di parte che ha motivato «in maniera convincente» come i dispositivi elettromedicali siano costruiti in modo da funzionare correttamente anche in presenza di onde elettromagnetiche.

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Al momento, non ci sarebbero evidenze scientifiche circa presunte interferenze con l'impianto salvavita di Erika Scarfone, che vive a circa 150 metri dalla piattaforma su cui è prevista l'installazione dell'antenna. Si tratta però di una misura temporanea (il Tar Calabria ha emesso un'ordinanza e non una sentenza). Il tribunale amministrativo regionale ha rinviato la trattazione nel merito del ricorso al 6 marzo 2024. Solo in quella data, se l'udienza sarà confermata, si avrà un verdetto definitivo sulla vicenda.

Caos e polemiche

La notizia, ovviamente, non è stata accolta bene né dalla famiglia della giovane né da un gran numero di cittadini che ormai segue attentamente la vicenda. La rabbia per la nuova ordinanza del Tar si è anche trasformata in un grave insulto via messenger al primo cittadino, Giacomo Perrotta, il quale ha denunciato l'episodio pubblicamente.

Le scuse pubbliche

Poche ore dopo, l'autrice del messaggio, che si è rivelata essere la madre della ragazza affetta da sindrome di Brugada, ha chiesto scusa via social per aver usato un'espressione irriguardosa. La donna ha motivato così il suo gesto: «Sono mesi di angoscia e di agonia terribile, e solo una mamma addolorata, angosciata e disperata può commettere errori. La saturazione della speranza è il male che fa rabbrividire anche la morte». Ed ancora: «Vi spiego i motivi, non per giustificazione ma per comprensione: la causa con la Wind è stata fatta, ne siamo usciti perdenti sostanzialmente perché la relazione dell’esperto incaricato non siamo riusciti ad averla nei tempi (eravamo obbligati a consegnare le carte, in nostra difesa, entro il 4 settembre e l’incarico all’esperto è stato dato il 1 settembre!!!); secondariamente, e potete verificarlo dalla sentenza ufficiale, il Comune non si è costituito parte civile, non si è presentato al tribunale, il Comune era assente». Di qui la rabbia incontrollabile, che l'ha spinta ad inviare parole offensive al sindaco della città: «Sono stata presa in giro - dice, fornendo la sua personale versione dei fatti -: mi sono sentita umiliata e abbandonata perché, fino a pochi giorni prima della sentenza, mi era stato detto che avevano presentato tutti documenti e che si erano costituiti parte civile. Mi avevano promesso che sarebbero stati al mio fianco fino alla fine. Mi avevano promesso che sarebbero venuti con me, in mia difesa, davanti al TAR di Catanzaro. E invece… non c’era nessuno! Capitemi. Capite il dolore e la sofferenza inferta. È stata una pugnalata».

La versione del sindaco

«La vicenda dell’antenna di via Fiume Lao necessita di chiarimenti di carattere tecnico-giuridico, politico e anche più strettamente etico e morale». Comincia così la lettera di chiarimento del primo cittadino Giacomo Perrotta alla popolazione, che dopo le spiegazioni di carattere squisitamente tecnico, scrive: «L’Amministrazione con il Sindaco in testa, ritiene che la salute debba essere argomento al di sopra del mero dibattito politico e ribadisce massima attenzione a porre in essere tutte le azioni, consentite dalla legge, a tutela dei propri cittadini. L'udienza di merito sarà a Marzo ed in quella fase il Comune produrrà la relazione scientifica completa, cercando di confutare tecnicamente quanto affermato dalla Wind e questo accadrà nonostante gli spiacevoli episodi dei giorni scorsi e il tentativo delle scorse ore di giustificare un attacco personale e diretto anche alla famiglia del primo cittadino. Il sindaco - si legge ancora - non si aspetta e non pretende di essere ringraziato per tentare di difendere i diritti fosse anche di un solo cittadino ma neppure intende subire malevoli imprecazioni nel mentre svolge con scrupolosità il suo compito. Se questa battaglia è condivisa deve esserlo sempre e a prescindere dai risultati che si otterranno». Ed in ultimo: «L’amministrazione, con in testa il sindaco, si è schierata a tutela della salute dei cittadini facendo proprie le preoccupazioni dei familiari e continuerà a percorrere tale strada ma chiede a voce unanime e ferma di mantenere la dovuta calma, la lucidità di valutazione e il rispetto umano e personale che si richiede per sé stessi».