Il testo del nuovo decreto Calabria è pronto per approdare domani sul tavolo del Consiglio dei Ministri. L'impianto normativo resta pressochè identico alla prima bozza ma la stesura definitiva contempla un nuovo articolo e modifiche sottili ma sostanziali alle disposizioni transitorie e finali.

Le modifiche del Mef

L'ultimo lavoro di lima è avvenuto ad opera del ministero dell'Economia e delle Finanze, e nei fatti il nuovo articolo - il numero 7 - è di natura prettamente economica e dispone lo stanziamento di un contributo di solidarietà e il finanziamento del sistema di programmazione e controllo del servizio sanitario calabrese. La ragione risiede nella "grave situazione economico-finanziaria e sanitaria determinatasi in Calabria - recita l'articolato normativo - al fine di ricondurre la gestione nell'ambito dell'ordinata programmazione sanitaria e finanziaria e ricondurre i tempi di pagamento al rispetto della normativa dell'Unione europea".

Lo sblocco delle risorse

Nei fatti, il Mef sblocca l'impiego dei fondi sanitari autorizzando una spesa di 60 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2021, 2022 e 2023. Lo stanziamento delle risorse è subordinato all'attuazione dell'accordo fra Stato e Regione e la verifica demandata al tavolo interministeriale. Una ulteriore somma del valore di 15 milioni di euro è poi destinata alla realizzazione di interventi diretti a garantire la disponibilità di dati economici, gestionali e produttivi delle strutture sanitarie operanti a livello locale, per consentirne la produzione sistematica e l'interpretazione gestionale continuativa, ai fini dello svolgimento delle attività di programmazione e di controllo regionale ed aziendale in attuazione del piano di rientro".

Lo scudo contro il blitz

Ma è nelle disposizioni transitorie e finali che si annidano alcune sottili ma significative modifiche rispetto alla prima bozza. Il Governo si scuda, infatti, da un sempre possibile blitz che potrebbe in queste ore provenire dalla Cittadella. Il testo normativo prevede non la sola revoca delle procedure selettive per la nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi ma va un passo oltre. Stabilisce l'automatica cessazione dalle funzioni dei direttori generali che siano stati nominati dalla Regione nei trenta giorni anteriori alla data di entrata in vigore del decreto. Una disposizione che sterilizza ab origine qualsiasi tentativo di forzare la mano da parte della giunta calabrese.

Cotticelli resta in sella

Resta, infine, del tutto aperta la possibilità di un mantenimento dell'attuale assetto della struttura commissariale. Il comma 2 dell'articolo 8 non fissa una scadenza per la nomina di un nuovo commissario ad acta. Con l'entrata in vigore del decreto e fino a nuova nomina i poteri restano in capo al commissario ad acta in carica, che in Calabria risponde al nome di Saverio Cotticelli. Una misura che potrebbe prolungare anche sine die un eventuale cambio di passo ai vertici della disastrata sanità calabrese.