È quanto sostenuto dall'avvocato Renato Vigna nel corso del processo Provvidenza, procedimento della procura antimafia di Reggio Calabria contro la cosca Piromalli di Gioia Tauro che si sta celebrando al tribunale di Palmi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il decreto Cura Italia sarebbe incostituzione, almeno nella parte in cui prevede la sospensione della prescrizione in conseguenza dell'emergenza coronavirus. È quanto sostenuto dall'avvocato Renato Vigna nel corso del processo Provvidenza, procedimento della procura antimafia di Reggio Calabria contro la cosca Piromalli di Gioia Tauro che si sta celebrando davanti al collegio del tribunale di Palmi.
Il penalista, difensore dell’imputato Giuseppe Barbaro, ha eccepito l’incostituzionalità dell’articolo 83 del Decreto Cura Italia emesso dal governo il 17 marzo 2020, tramutato in legge il 24 aprile 2020, facendo rilevare che questa norma, prevedendo la sospensione dei termini processuali in conseguenza dell'emergenza provocata dal sempre più diffuso contagio da Covid-19 striderebbe con il principio di cui all’articolo 25 comma 2° (sulla cosiddetta irretroattività della legge penale sfavorevole).
Ciò in quanto la nuova norma per come formulata godrebbe ingiustamente della possibilità di applicazione a fatti che risultano precedenti sia alla sua entrata in vigore che al giorno della dichiarata sospensione. La norma perciò risulterebbe incostituzionale perché determinerebbe una modifica del regime della prescrizione in senso sfavorevole agli imputati dei processi penale inerenti fatto commessi prima della entrata in vigore della specifica disposizione di legge. Il tribunale recepita la questione sollevata dall’avvocato Vigna si è riservato di decidere sulla fondatezza e, dunque, di trasferire o meno gli atti alla Corte Costituzionale.