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Davigo: 'Quando la mafia non uccide non è detto che sia più debole' - “Quando la mafia non uccide non è detto che sia più debole, può accadere che sia più forte. Può darsi che sia costretta ad uccidere quando non è ubbidita”. A dirlo è Piercamillo Davigo, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati (Anm), nel corso dell’intervista rilasciata a Klaus Davi per il nuovo programma di LaC “Gli intoccabili”, in onda in prima serata tutti i lunedì sul canale 19 dell'emittente regionale calabrese LaC e in streaming sul sito http://www.lactv.it. “Molto tempo fa mi occupai di una vicenda di criminalità organizzata, nata dalla collaborazione Angelo Epaminonda, il cui motto era « con i morti non si fanno affari» perché i morti attirano le forze della polizia, la magistratura. Paradossalmente, le organizzazioni criminali ricorrono alla violenza quando non basta l’intimidazione. Il collega Giuliano Turone, nel libro “Il delitto di associazione mafiosa” scriveva che la forza dell’intimidazione sta a un’organizzazione criminale come l’avviamento sta a un’impresa commerciale. Tanto più ha forza di intimidazione tanto meno ha bisogno di utilizzarla”.
Davigo:‘Ndrangheta mai fatto ricorso a terrorismo mafioso' - “La ‘Ndrangheta, a differenza di Cosa Nostra e altre organizzazioni criminali, non ha mai fatto ricorso al terrorismo mafioso, colpendo cioè uomini delle istituzioni perché non vuole la guerra oppure perché non ha bisogno di combatterla”. È quanto dichiarato da Piercamillo Davigo, presidente dell’Anm, nel corso dell’intervista rilasciata a Klaus Davi per il nuovo programma di LaC “Gli intoccabili”. ‘Ndrangheta – aggiunge il presidente - è la sua difficile penetrabilità. L’uso del ramo femminile delle famiglie per alleanze di tipo mafiose, già analizzato da Pino Arlacchi nello studio delle cosche della Piana di Gioia Tauro, era significativo. Le cosche più forti erano quelle che avevano al centro famiglie di fratelli o cognati. Erano molto difficili da penetrare, in quanto è più difficile avere collaboratori di giustizia se uno deve parlare dei propri parenti”, conclude il presidente Davigo.
Davigo: 'Ndrangheta, il nord ha meno anticorpi contro la mafia - “Il nord ha meno anticorpi nei riguardi delle mafie. La penetrazione è stata rapida e pregnante”.”Quando ero un giovane sostituto, un dirigente della Criminal Pol della Lombardia, mi disse « I mafiosi sono come i pidocchi, vanno dove c’è lo sporco». La miglior cura per prevenire le infiltrazioni mafiose è tenere pulito. Se non ci sono mercati illegali da gestire è difficile che arrivi il crimine organizzato. Può essere presente con il riciclaggio, gli investimenti ma non con la creazione di una struttura territoriale, come è stato dimostrato esistere in varie regioni settentrionali”.
Davigo: Al nord si è abbassata la soglia di prevenzione - “Non c’è dubbio che al nord si sia abbassata la soglia di prevenzione, non da parte delle autorità ma dai singoli di starne lontani”.“La mafia non è un taxi dove finita la corsa si paga e si scende. No, non si scende più. Può sembrare una scorciatoia, che dia vantaggi ma alla lunga diventa un socio da cui è difficile sganciarsi”.
Davigo: 41 bis inumano? Nessuno dice queste cose per terroristi islamici - Il 41 bis ha funzionato, non sta a noi dare indicazioni. Qualcuno lo definisce inumano? Curiosamente queste cose non le dicono per quanto riguarda i terroristi islamici. Se fosse inumano lo sarebbe per tutti. Prima del carcere duro c’era la massima sicurezza, che ha dato un contributo essenziale al contenimento dei fenomeni terroristici”.
Davigo: Patto per la Calabria? Assicurare controlli di prodotto non di processo - “Con l’arrivo di milioni di euro in Calabria, il mio consiglio è di assicurare trasparenza e controlli efficaci di prodotto non di processo a questi interventi, vale a dire vedere non se la pratica è formalmente ineccepibile bensì il risultato che si è ottenuto e quanto è costato. Troppe volte nonostante pratiche impeccabili sono stati costruiti viadotti che poi sono crollati”.
Davigo: Diffondersi nell'autority non è positiva - “Non sono convinto che il diffondersi delle authority sia di per sé una cosa positiva. Sarebbe importante che l’amministrazione funzionasse”. “Abbiamo infiniti organi di controllo a cominciare dalla Corte dei Conti che ha sempre fatto bene il suo lavoro. Il problema è passare dai controlli di processo a controlli di prodotto”.