Divelti tutti gli infissi, portata via anche una vasca idromassaggio. Il presidente dell’associazione Valentia: «Un “lavoro” compiuto da mani esperte. È un messaggio tremendo contro lo Stato ma non ci fermeremo»
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«Hanno portato via anche una vasca idromassaggio che era al primo piano del palazzo». Di certo la decisione di devastare la futura Casa della legalità di Isola Capo Rizzuto, intitolata a Piersanti Mattarella, non è stata frutto di improvvisazione. Anthony Lo Bianco è il presidente di Valentia, l’associazione che gestirà il bene confiscato. Mentre è diretto in Prefettura a Crotone fa una conta sommaria dei danni: «Sono stati divelti gli infissi di tre piani, è stato distrutto l’impianto elettrico, hanno tagliato i tubi dell’acqua e distrutto i sanitari: l’obiettivo era lasciare la casa vuota e distrutta». Non è una bravata, insomma, ma un lavoro compiuto da mani esperte. Spostare la vasca idromassaggio è impresa (si fa per dire) che potrebbe aver richiesto forse l’utilizzo di un montacarichi. E di certo l’opera di distruzione non è stata compiuta da due persone. «Per distruggere tutto saranno stati almeno in cinque», evidenzia Lo Bianco. Sono ipotesi, per ora. La certezza è che «i danni sono ingentissimi, almeno 40-50mila euro» e rischiano di ricadere sulle spalle dell’associazione, che non ha la disponibilità economica per affrontare una ristrutturazione così pesante.
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Ci sono due Calabrie: quella che gioisce per l’abbattimento dell’ecomostro di Torre Melissa e un’altra che deve lottare per riprendersi ciò che è suo. Per un palazzo che va giù a favore di telecamera ce n’è uno che la società civile fa (per ora) fatica a occupare. La villetta di Pasquale Varca, originario di Isola Capo Rizzuto e considerato uno dei capi della ’ndrangheta in Lombardia, ospiterà un ostello, una biblioteca comunitaria e una web radio della legalità. È un progetto pensato per accogliere un servizio civile che lo renda fruibile quotidianamente. Qualcosa che possa davvero avere un impatto sociale a Isola Capo Rizzuto. Forse proprio per questo la “squadraccia” è entrata in azione. Lo chiariranno le indagini, che non possono contare sulla presenza di videocamere di sorveglianza. Gli inquirenti (e i volontari dell’associazione) sperano che qualcuno si sia accorto dei movimenti attorno al palazzo. «Hanno usato anche un flessibile per tagliare alcuni oggetti ornamentali – sottolinea Lo Bianco –, di certo hanno fatto rumore».
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Il giorno dopo ha un retrogusto amaro. Ancora Lo Bianco: «Il messaggio è terribile e molto forte, contro di noi e contro lo Stato: non vogliono che occupiamo quel palazzo. Forse pensano di spaventare noi e i nostri volontari ma si sbagliano: andremo avanti». Servirà aggiungere tempo a quello già necessario per ottenere il bene in affidamento dal Tribunale di Milano, ma la Casa della legalità si farà. E non è l’unico spazio che Valentia si propone di occupare: l’associazione ha ottenuto anche una villetta all’interno di un residence di Zambrone. Altro progetto (di dimensioni più contenute) di legalità da portare sul territorio. Un altro segnale di cui la Calabria ha bisogno.