Di Arpad Weisz, vincitore sulla panchina dell’Ambrosiana Inter del primo titolo tricolore della Serie A a girone unico e poi di altri tre scudetti con il Bologna, si erano perse le tracce nel 1938, all'indomani dell'approvazione delle leggi razziali. A svelare la storia di questo straordinario personaggio, ebreo di origini ungheresi, è stato Matteo Marani, apprezzato giornalista, già direttore del Guerin Sportivo, oggi presidente della Lega di serie C, autore del libro Dallo scudetto ad Auschwitz edito da Diarkos e presentato a Cosenza, nella biblioteca Stefano Rodotà del Liceo Telesio, nell'ambito di una iniziativa promossa dalla Fondazione Giacomo Mancini in occasione della Giornata della Memoria.

Scudetti nazionali e trionfi europei

Un incontro casuale quello di Marani con Weisz. Il cronista era intento a preparare un servizio speciale per il centenario dalla fondazione della società sportiva del Bologna quando si imbatté nella foto del tecnico protagonista dei trionfi tricolori della società felsinea delle tre consecutive stagioni comprese tra il 1935 ed il 1938, inframezzati dal successo internazionale all'Expo di Parigi del 1937, una sorta di quella che diventerà l'attuale Champions League. Eppure di quell'allenatore leggendario, nessuna notizia riuscì a trovare a partire dal novembre 1938 quando una misera riga di giornale informava che Weisz aveva lasciato la panchina appunto in applicazione delle leggi razziali.

Ricerca appassionata ed emozionante

Per Matteo Marani è così iniziata una ricerca appassionata ed emozionante, contrassegnata da diversi colpi di scena. Il primo fu scoprire che l'allenatore aveva abitato in un palazzo situato nei pressi dello stadio di Bologna ed anche della casa dello stesso Marani. Il secondo fu incrociare un compagno di classe di uno dei due figli di Arpad Weisz, Roberto. L'altra figlia si chiamava Clara. Roberto, dopo l'espulsione dall'Italia della sua famiglia, aveva mantenuto un rapporto epistolare con l'ex compagno di scuola. E questi aveva conservato per sessant'anni quelle lettere nella speranza di poter avere un giorno notizie dell'amico d'infanzia. 

Storia dal tragico finale

Marani poté così completare il puzzle di una storia purtroppo non a lieto fine; Arpad Weisz era riparato in Olanda con la moglie Ilona Rechnitzer e, appunto, i due figli. Arrestati e deportati ad Auschwitz, Ilona, Roberto e Clara vennero uccisi nelle camere a gas nell'ottobre 1942. Weisd invece, dopo un periodo di lavori forzati, morì anch'egli nelle camere a gas di Auschwitz nel gennaio del 1944.

L’incontro con gli studenti

«È una storia travolgente, ricostruita nell'ambito di tre anni di ricerca – ha detto Marani - Oggi sono contento che sia diventata una storia di tutti, come era giusto che fosse, come meritavano questo uomo e la sua famiglia. È una storia che io ho raccontato soprattutto per i giovani, per i ragazzi, per gli studenti. Abbiamo tutti il dovere di tenere allenata la memoria. Anche per questo – ha aggiunto il giornalista – sui campi della nostra Serie C nel turno di campionato che appunto coincide con la Giornata della Memoria, abbiamo promosso una piccola iniziativa: il dono di un libro di Primo Levi, Se questo è un uomo, per ricordare cosa è stato l'Olocausto».

Acclamato e poi dimenticato

Su Arpad Weisz, che rimane a tutt'oggi il più giovane allenatore a vincere uno scudetto in Italia, Marani ha aggiunto: «Mi appariva incredibile che una storia così grande, così eclatante, fosse caduta nell'oblio. Eppure era un personaggio molto acclamato. A Milano aveva scoperto e fatto debuttare Giuseppe Meazza. Poi aveva dato ben sei calciatori alla nazionale campione del mondo e vincitrice delle Olimpiadi. Pensare che abbia subito un destino così crudele un po' spaventa. Se è successo una volta si può ripetere, ecco perché è importante allenare, coltivare la memoria, perché l'unico anticorpo che abbiamo è la conoscenza, il sapere. Forse non sarà mai possibile comprendere perché tutto questo sia accaduto. Però conoscere è necessario. Ecco: io credo che sia fondamentale conoscere. Soprattutto i ragazzi devono conoscere che cosa è stata l'Europa del Novecento e che cosa è successo nell'Europa di quegli anni lì».

L'iniziativa è stata introdotta da Giacomo Mancini jr. Sono intervenuti gli insegnanti di storia e filosofia Pierluigi Pedretti e Leonardo Spataro, e Silvana Gallucci, responsabile della Biblioteca Rodotà del Telesio.

In occasione della Giornata della Memoria il Liceo Telesio di Cosenza ha ospitato il giornalista e scrittore Matteo Marani, autore di un libro sul celebre allenatore di Inter e Bologna Arpad Weisz, morto con la sua famiglia nei campi di sterminio nazisti.