Lunedì a Lamezia la presentazione di un report sull'esperienza vissuta da alcuni ragazzi delle scuole cittadine, del Vibonese e di Crotone. Tra le tappe anche Ferramonti, Trieste e Marzabotto. Significativo l'incontro con due testimoni della furia nazifascista
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Lunedì prossimo 5 febbraio sarà presentato a Lamezia Terme il report di un viaggio nei luoghi della memoria intrapreso lo scorso mese di ottobre da 45 studenti calabresi guidati dal professore Gianni Speranza di Lamezia Terme e dai loro insegnanti.
Dal campo di Ferramonti di Tarsia alle Fosse Ardeatine, da Sant'Anna di Stazzema alla foiba di Basovizza e alla risiera di San Saba a Trieste, dal campo di concentramento di Fossoli ai luoghi della strage di Marzabotto dove la ferocia nazifascista, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre del 1944, ha dato vita, nei luoghi circostanti il piccolo comune sull’appennino bolognese, all’eccidio più efferato e più grande compiuto dalle SS naziste in Europa nel corso della Seconda guerra mondiale.
Queste le tappe del viaggio della memoria intrapreso, dal 22 al 27 ottobre, da 45 studenti degli istituti superiori di Lamezia Terme con il liceo “Campanella”, liceo “Galileo Galilei”, liceo “Francesco Fiorentino”, Ite “De Fazio”, Polo “Rambaldi”; del liceo “Giuseppe Berto” di Vibo Valentia”; dell’Iti “Donegani” di Crotone e dell’Istituto comprensivo di Filadelfia. Il progetto, finanziato dalla legge regionale 27/85 sul diritto allo studio, è stato promosso dall’associazione di promozione sociale “Incontri-Intersezioni”.
Tra i momenti particolarmente significativi vissuti dagli studenti, l’incontro con due testimoni: Irma Prosperi, che ha visto uccidere il papà e tre familiari nell’eccidio di Via Rasella a Roma, e Adele Pardini che a Sant'Anna di Stazzema ha visto davanti ai suoi occhi la barbara uccisione della mamma e di due sorelle nell’eccidio nazifascista dell’agosto del ’44. Incontri segnati dalla commozione, dalla rievocazione di immagini che da quasi 80 anni segnano inevitabilmente la quotidianità di Irma e Adele.
«Custodite la libertà che è costata il sangue delle donne e degli uomini che sono stati uccisi e oggi sono sepolti qui», ha detto Irma Prosperi agli studenti calabresi accompagnandoli nella visita al mausoleo delle Fosse Ardeatine e soffermandosi a rispondere in modo amichevole alle loro riflessioni e domande. «Dicevano che alle mamme e ai bambini non avrebbero fatto niente», ha raccontato Adele nell’incontro organizzato a Pietrasanta grazie al Parco Nazionale della Pace, rievocando quei giorni e quelle ore dell’agosto del ’44, con l’incursione in casa dei soldati tedeschi. L’uccisione della mamma Bruna davanti ai suoi occhi, le due sorelle Anna e Maria ferite e morte alcune settimane dopo, la sorella più grande Cesira che riesce a mettere in salvo Lilia e la stessa Adele. «Per tanti anni in famiglia non abbiamo voluto parlare di questi fatti», ha raccontato ai giovani calabresi Adele che, oggi, ha trovato la forza di testimoniare e trasmettere la memoria alle nuove generazioni.
Accompagnati dal professore Gianni Speranza, dai docenti delle scuole Rosanna Frandina, Maria Stella Porcelli, Laura Provenzano, Maria Gabriella Rizzo, Reno Simonetti, Maria Gabriella Rizzo e da Salvatore D’Elia, prima della tappa conclusiva del viaggio, lungo i sentieri di Monte Sole, i ragazzi hanno incontrato la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi che, esprimendo grande apprezzamento per il progetto, li ha accolti nella Casa della Cultura e della Memoria insieme agli operatori che curano l’accoglienza al Sacrario e al museo. «Venite in questi luoghi – ha detto la Cuppi agli studenti - per avere una chiave di lettura del presente e prendere posizione. Pensate che, a pochi chilometri da qui, intorno a Marzabotto, i nazisti e i fascisti che li guidavano attraverso questi sentieri consideravano i bambini di soli pochi giorni dei nemici, e degli elementi da eliminare prima che potessero diventare pericolosi. Conoscere tutto questo ci fa comprendere e ci sollecita lavorare perché non si ripetano».
Tra le tappe del viaggio, la visita al campo calabrese di Ferramonti di Tarsia, dove gli studenti sono stati accolti e guidati dalla direttrice del Museo internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia (Cosenza) e presidente del Parco letterario “Ernst Bernhard” Teresina Ciliberti. Il viaggio ha fatto poi tappa a Trieste dove, guidati dal docente e ricercatore Diego Redivo della Lega Nazionale, i ragazzi hanno approfondito la storia delle eliminazioni di tante persone alla foiba di Basovizza da parte del regime di Tito e al campo di concentramento della Risiera di Saba, convertito in campo di sterminio dai nazisti dopo l’occupazione del 1943.
Prima di raggiungere Marzabotto, il gruppo ha visitato il campo di concentramento di Fossoli, dove tra le migliaia di persone è stato prigioniero anche lo scrittore Primo Levi, e il Museo del Deportato di Carpi a cura degli operatori della Fondazione Fossoli- Museo Monumento al Deportato. Gli orrori della Seconda guerra mondiale, la completa soppressione di qualsiasi riconoscimento della dignità di esseri umani, i testimoni diretti che per tanti anni non sono riusciti a parlare di quei fatti e che hanno scelto, a un certo punto, di raccontare e testimoniare, con uno sguardo particolare verso le nuove generazioni. Un viaggio che lascerà il sogno nella vita di oltre quarantacinque studenti calabresi, in pellegrinaggio – per dirla con Piero Calamandrei – “nei luoghi dove è nata la nostra Costituzione”. Luoghi che parlano al nostro presente, che interpellano le coscienze. Perché non si ripeta più.