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“Le mafie e particolarmente la ’ndrangheta vivono negli ambienti meno sospettabili, allevano i loro medici, magari tramite infiltrati in amministrazione che fanno figurare esami mai sostenuti, e nelle università lombarde”. È la denuncia di Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato antimafia di Milano, chiamato dalla Commissione antimafia del Consiglio regionale per parlare delle infiltrazioni nel sistema sanitario lombardo.
“Un medico alla famiglia serve sempre” - Per acquisire prestigio o controllo sociale, per firmare una perizia psichiatrica e tenere un boss fuori di galera, un medico in famiglia è sempre utile. Ma anche per “una falsa perizia d’invalidità, sul mercato elettorale, vale almeno venti voti: la famiglia allargata che beneficia della pensione. Cinque perizie all’anno, per cinque anni, fanno 500 voti, che in certi Comuni possono fare un assessore”.
Le infiltrazioni negli ospedali - Infermieri ‘affiliati’ assunti in ospedale permettono alle cosche di avere contatti con l'ambiente medico. Ci sarebbe addirittura il rischio concreto che alcune persone arrivino alla laurea senza aver mai sostenuto esami e “non lo fanno nelle università calabresi dove potrebbero destare sospetti, ma in quelle lombarde".
Bidelli e supplenti insospettabili - “La 'ndrangheta sta cercando di infiltrarsi nelle scuole, private e pubbliche, di Milano e Lombardia. Lo fa piazzando qualche bidello o supplente all'apparenza insospettabili’.
Per Dalla Chiesa le cosche sono interessante alle scuole per molteplici motivi: dalla fornitura di servizi alla gestione dei bar interni. E poi permettono un controllo sul mondo dei giovani. “Le mafie non mirano solo a fare soldi, ma anche a creare legami, rapporti sociali, connivenze. Hanno una capacità incredibile di penetrare nella società".
La soluzione? “Per riconoscere un tentativo di infiltrazione occorre imparare a ragionare con la stessa mentalità dei boss. E vigilare costantemente: sulle assunzioni, sulle richieste o offerte di favori, su come vengono redatti i bandi".