Kushi era una bambina di Calcutta che giocava con il fango ai piedi del ponte sulla riva del fiume Hoogly. Un fiume che separa due mondi. Da una parte la povertà, quella nella quale la bimba era nata, dall'altra la ricchezza, quella che vedeva da lontano. Era una bambina dolce, con tante speranze, costretta a vivere in uno degli "slum" (baraccopoli diremmo in Italia) attraversati dalla ferrovia, per i quali Madre Teresa diede parte della sua vita, posti in cui non è difficile imbattersi in cadaveri bruciati. Era un giorno come un altro dell'ottobre 2015 quando Kushi, che in hindi significa "felicità", stava giocando su quel ponte, ma una caduta le costò la vita. Aveva solo 4 anni. 

 

In quello stesso luogo sei mesi dopo venne inaugurata una scuola che porta il suo nome, la "Kushi Ghar (casa della felicità), che vuole evitare ai circa 50 bambini che la frequentano, su 250 che vivono nello slum, di avere lo stesso destino della loro coetanea. L'idea fu di Marta Monteleone, poco più che trentenne di Amaroni, laureata all'Unical, che nel 2011, grazie ad un viaggio con un'associazione cosentina come volontaria nelle case di Madre Teresa, incontrò per la prima volta gli sguardi di quei bambini dei quali non riuscì più a fare a meno e che oggi l'aspettano a braccia aperte. Da allora Marta tornò in India più di dieci volte, con non poche difficoltà, e oggi è in contatto costante con i suoi amici. Nel 2012 fondò la onlus "Gocce nell'Oceano", associazione di volontariato internazionale, e poco tempo dopo diede vita al progetto "A mano a mano" per la tutela del diritto alla vita, allo studio, alla salute, alla dignità di questi bimbi, grazie a donazioni volontarie, al 5x1000 e ad adozioni a distanza.

Il desiderio di tornare a Calcutta nel 2018

Attorno a lei si è creata una catena di umanità e il suo impegno sta dando i suoi frutti. Il consueto report di fine anno che la scuola le manda, documenta i progressi che i piccoli amici di Marta stanno facendo. Il 2017 per la giovane calabrese si chiude quindi nel modo migliore, con l'augurio, che è anche il nostro augurio per il 2018, di poter tornare presto in India dai suoi bambini. Il grande cuore di Marta è diviso infatti tra la Calabria, dove da pochi mesi ha messo al mondo Alberico, e Calcutta, dove è riuscita a garantire a chi le vuole bene come una mamma, un luogo sicuro in cui studiare, giocare e ricevere le cure necessarie. "La gioia più grande per me - ci racconta Marta - è permettere a questi bambini di sognare un futuro diverso!" E sicuramente, se ci sono persone come Marta, se ci sono quelle gocce delle quali Madre Teresa ne riconosceva il valore, in grado di donare e di donarsi incondizionatamente, allora un mondo migliore è possibile per tutti.

 

Rossella Galati