Un gruppo di 15 dipendenti della "Serravalle Energy", società proprietaria della centrale a biomasse di Cutro, nel Crotonese, è salito su una ciminiera alta 52 metri dell'impianto, in località Termine Grosso, rivendicando il pagamento degli stipendi, che non ricevono dallo scorso mese di febbraio.

La centrale è stata sequestrata nell'ottobre del 2022 nell'ambito di un'inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro su presunti illeciti ambientali. Il sequestro è stato revocato nelle scorse settimane, ma l'impianto non ha ancora ripreso l'attività. È stato restituito alla proprietà, ma, in attesa della nomina del nuovo Cda, è ancora sotto la gestione dell'amministrazione giudiziaria.

I lavoratori oggi protestano anche per il mancato riconoscimento della cassa integrazione da parte dell'Inps, che ha motivato la decisione con la mancanza dei criteri per il riconoscimento in assenza della dichiarazione dello stato di crisi. La centrale ha, complessivamente, 37 dipendenti. I promotori della protesta hanno reso noto che sospenderanno la loro iniziativa soltanto quando avranno la certezza del pagamento dei loro stipendi. Sul posto sono presenti i vigili del fuoco ed i carabinieri di Crotone.

I 15 operai sono intenzionati a trascorrere la notte sulla ciminiera. Non è bastato l'arrivo sul posto degli amministratori giudiziari Giuseppe Spadafora e Iginio Guerriero, insieme al giudice coordinatore, Mario Santoemma, che ha mostrato ad una delegazione dei lavoratori il decreto con il quale autorizza il pagamento di 45 mila euro, pari all'importo degli stipendi di febbraio e marzo. «Baste con le chiacchiere», hanno urlato gli operai dall'alto della ciminiera, mentre negli uffici della centrale si svolgeva un incontro tra gli amministratori giudiziari, il giudice Santoemma, i sindacalisti Francesco Gatto (Cgil), Francesco Timpano (Cisl) e Vincenzo Celi (Uil) ed una delegazione degli operai dell'impianto.

La disponibilità del giudice e degli amministratori è stata ben accolta, ma, hanno riferito i sindacati, gli operai hanno deciso di proseguire ugualmente la protesta sia perché sta maturando la mensilità di aprile ma soprattutto perché non hanno certezze sul loro futuro.