Dagli sfoghi sui social a una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica. Sono 800 i cittadini di Cutro – tra loro anche diversi emigrati e fuori sede – che, su iniziativa di Giuseppe Martino, hanno deciso di scrivere a Sergio Mattarella per chiedere «il giusto rispetto e quei diritti costituzionali che spesso ci sono negati». L’idea di rivolgersi al capo dello Stato è nata in un gruppo Facebook, dopo i numerosi disagi e disservizi registrati nella cittadina del Crotonese, nelle scorse settimane, a seguito dell’emergenza rifiuti e della carenza idrica. Ma quello che i sottoscrittori evidenziano è, più in generale, lo stato di abbandono in cui versa il territorio.

Disagi e disservizi

Nella lettera, viene evidenziato che molte delle persone che sono rientrate a Cutro per godersi le «agognate ferie, hanno vissuto nella propria terra un vero e proprio incubo».

«Tanta la rabbia – scrivono - nel vedere i due cimiteri, luoghi destinati al ricordo dei propri cari, in uno stato di abbandono totale ed anche incustoditi. Tanti giorni siamo rimasti senz'acqua. Tanti giorni siamo stati invasi dalla spazzatura. La paura di sentirsi male e non trovare neppure la guardia medica per un primo soccorso. Tantissimi disservizi che pensiamo di non meritare considerando anche le difficoltà che dobbiamo affrontare per poter ritornare nella nostra Cutro».

Isolamento e carenza idrica

I firmatari sollevano anche il problema dell’isolamento: «Una città che non ha più un treno diretto per il nord, vicina all'aeroporto di S. Anna ma dallo stesso decollano pochissimi voli sempre strapieni in estate».

«Quest'anno – è scritto ancora nella lettera - la carenza idrica ha messo a dura prova non solo i residenti ed in modo particolare anziani e bambini ma soprattutto i turisti, tanti sono scappati via dopo esser rimasti giorni interi senza acqua! Così, amaramente e con tanta tristezza, tanti cittadini stanno buttando la spugna ed hanno deciso di vender casa, quelle case costruite negli anni con tanti sacrifici».

«Anche noi siamo italiani»

«Un'emergenza non più tollerabile per cittadini italiani, l'art. 3 della nostra bellissima Costituzione sancisce che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale". Sempre più persone – viene denunciato nella lettera - stanno decidendo di non tornare neppure per quelle poche settimane all'anno. Una vera e propria diaspora stiamo vivendo nella nostra comunità. Tutto questo non è giusto, illustrissimo Presidente, perché anche noi siamo cittadini italiani. Tutto questo non è giusto soprattutto quando il nostro comune viene gestito, essendo commissariato, dallo Stato».

Diritti negati

«Questa – concludono i firmatari della lettera - non è la normalità in cui i cittadini italiani dovrebbero vivere. La invitiamo a venire nella nostra splendida città, Cutro, sarà ospite nelle nostre case così potrà constatare personalmente cosa significa stare senza acqua con un caldo a 40 gradi, senza potersi fare una doccia e addirittura non poter andare in bagno. Con il massimo rispetto e l'amore che ci lega alla nostra Italia, chiediamo soltanto il giusto rispetto e quei diritti costituzionali che spesso ci sono negati».